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La bottega che vendeva morte

Regia di Kevin Connor vedi scheda film

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La recensione su La bottega che vendeva morte

di Donapinto
7 stelle

LA BOTTEGA CHE VENDEVA LA MORTE e' un efficace horror suddiviso in quattro episodi, ed e' senz'altro una delle migliori pellicole prodotte dalla britannica Amicus. Il filo conduttore lo fa la bottega che da il titolo al film, un tetro negozietto di antiquariato gestito da un distinto e anziano signore interpretato da Peter Cushing. A tutti clienti che cercano di truffare l'onesto ma un po' ingenuo bottegaio, capitano cose tremende. Oltre a Cushing, il film puo' fare affidamento sulla presenza di alcuni bravissimi caratteristi britannici, quali David Warner, Donald Pleasence e Ian Bannen. Dietro la macchina da presa troviamo Kevin Connor, regista londinese che si e' cimentato prevalentemente in film fantasy e d'avventura, spesso tratti da romanzi di Edgar Rice Burroughs. I primi due episodi sono senz'altro i migliori. Nel primo troviamo Edward Charlton (David Warner) un arrogante individuo che riesce ad aquistare per poche sterline uno specchio antico e di grande pregio, facendo credere invece al bottegaio che di tratta di un articolo di scarso valore. Una sera invita degli amici nel suo bell'appartamento  proprio per mostrare loro la preziosa opera d'arte, vantandosi anche dell'abilita' di come l'ha ottenuta. Ma all'interno dello specchio e' imprigionata un'anima dannata che ha bisogno di sangue umano per rigenerarsi, costringendo cosi' Edward a trasformarsi in un assassino di giovani donne. L'episodio e' dotato di un'atmosfera malata, con l'appartamento di Edward che si trasforma in un mattatoio. Inquietante in particolar modo l'immagine dell'essere che compare nello specchio avvolto dalla nebbia e che reclama sangue umano all'impotente Edward, ottimamente interpretato da David Warner. Nel secondo episodio troviamo Christopher Lowe (Ian Bannen) un frustrato impiegato sposato con una donna incontentabile e nullafacente. Christopher fa amicizia con Jim Underwood (Donald Pleasence) un reduce di guerra che si guadagna da vivere vendendo lacci e fiammiferi per strada. Christopher ruba una medaglia al valore militare nella bottega, per vantarsi poi con Jim che se l'he guadagnata in guerra. Jim invita a casa sua Christopher per un te' e gli presenta la figlia Emily (Angela Pleasence) una stranissima ragazza che ammalia sin da subito Christopher. In realta' la ragazza pratica la magia nera e il povero Christopher non potrà sfuggire al suo destino. Anche qui si riesce a creare un'atmosfera ambigua e malata, merito in particolar modo di Angela Pleasence, figlia di Donald non solo nella finzione ma anche nella realta'. La brava attrice interpreta un personaggio inquietante che mette davvero i brividi, merito anche di una fisionomia del viso veramente singolare. Piu' leggero il terzo episodio, una storia di possessione diabolica raccontata con toni umoristici e da parodia. Suggestivo il quarto episodio, che si allontana dal macabro e dall'horror, per privileggiare una sorta di fantascienza con tanto di viaggi spazio-temporali. Un giovane e onesto cliente acquista nella bottega una porta lavorata a mano vecchia di due secoli. La sistema in casa a copertura di un armadio. Ma talvolta la porta nasconde una stanza del 18' secolo appartenuta a Michael Sinclair, un folle e sanguinario nobile studioso dell'occulto. Sinclair non tardera' a farsi vivo. LA BOTTEGA CHE VENDEVA LA MORTE e' un piccolissimo gioiellino dell'horror britannico, tra situazioni macabre, ingenuita', humor nero e bravi attori.

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