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High Spirits. Fantasmi da legare

Regia di Neil Jordan vedi scheda film

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La recensione su High Spirits. Fantasmi da legare

di alan smithee
4 stelle

PERSI A VENT’ANNI AL CINEMA…RECUPERATI TRENT’ANNI DOPO…IN RETE.

L’anziano e decaduto proprietario di un vecchio castello irlandese, non riesce a mantenere più il personale che lo aiuta a mandare avanti lo scalcinato complessi alberghiero ricavato dall’antica magione. Fallito il tentativo maldestro di suicidio, l’uomo tenta allora la via del fenomeno da baraccone: ovvero trasformare il castello in una residenza popolata di fantasmi, in grado dunque di far vivere ai propri ospiti delle genuine atmosfere da paura.

Gli effetti speciali goffi messi in atto per incantare ed ingannare i turisti, si rivelano fallimentari, ma l’arrivo in loco dei veri fantasmi che popolano il castello, e che prendono vita nel corpo di due amanti coinvolti in un brutale omicidio passionale, renderanno gli ospiti protagonisti di una vera avventura in qualche modo soprannaturale.

Un vecchio ma pimpante ed ironico Peter O’Toole dall’occhio più ceruleo che mai, apre e tiene testa alle danze che hanno luogo in un tetro e fatiscente castello dalle atmosfere ironiche e qua e là suggestive, dando spazio a star all’apice della rispettiva notorietà in quegli anni (Daryl Hannah, Steve Gutemberg), oltre che esordienti (o quasi9 di lusso come il gigantesco Liam Neeson, Peter Gallagher e Jennifer Tilly, di cominciare a farsi notare.

Neil Jordan, spesso grande se non fondamentale, scrive e dirige un filmetto in realtà sciocco e infarcito di un umorismo puerile che forse solo per gli indigeni irlandesi potrà suonare divertente. Di fatto la produzione americana fu un mezzo fallimento: non che manchi il ritmo, ma le gags sono davvero puerili e risapute, scontate e volgarotte, senza che nulla, ad eccezione del cast più che dignitoso (tra questi pure la bionda e procace Beverly D’Angelo), riesca a scrollare di dosso al film quell’impressione di opera irrisolta ed inconcludente… se non proprio irrimediabilmente sciocca e troppo folkloristica.

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