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Harvey

Regia di Henry Koster vedi scheda film

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Scarlett Blu

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Harvey

di Scarlett Blu
8 stelle

Tratto da una pièce teatrale che ebbe notevole successo e vinse anche il premio Pulitzer, Harvey è una deliziosa commedia che mette di buon umore, con un James Stewart, attore straordinario che mi è sempre piaciuto tantissimo, candido e amabile assolutamente in parte.

 

Ma chi è Harvey?

 

(Attenzione, piccolo spoiler) 

 

Ebbene, si tratta di un grande coniglio bianco alto circa 2 m, amico immaginario (o forse no? ma il saperlo probabilmente ha poca importanza) del gentile Elwood P. Down.

Solo Elwood riesce a vedere e parlare con Harvey, e la cosa crea notevole disappunto e imbarazzo nella sorella Veta Louise, che esasperata dalla situazione che crea problemi con amici e conoscenti, decide con non poco rammarico di far internare il fratello un po' matto, ma fondalmentalmente buono, in una clinica spichiatrica. 

Le cose non andranno esattamente come lei vuole, perchè per un malinteso finirà per essere ricoverata lei stessa, fatto che metterà a dura prova i suoi nervi già piuttosto fragili.

 

Al di là di tutte le situazioni che si creano nel film, tra equivoci, tensioni tra i vari personaggi, situazioni comiche, paradossali e qualche volta esilaranti, l'amico immaginario assume una valenza simbolica molto forte e concreta: angelo custode, spirito guida, puka come viene chiamato nel film, amico che ci tira fuori dai guai e ci salva da una realtà infelice e triste, spesso aggressiva e ostile.

 

Forse non è pazzia, è solo bisogno di salvarci ed evadere da una vita spesso difficile.

 

Direi che lo stesso personaggio ingenuo - in apparenza, perchè in questa sua estrema gentilezza c'è forse una velata astuzia che lo salva in extremis dalle più bizzarre situazioni - e dolce di Elwood, potrebbe essere paragonato all' Idiota dostojevskano, il diverso, e questo mi pare evidente nella descrizione finale che fa il taxista delle cosiddette "persone normali uguali a tutti gli altri" che accompagna Elwood alla clinica.

 

Se Elwood è un allucinato gentile, amabile e cortese con tutti, capace di placare anime e tirare fuori il meglio dagli altri, - anche i sogni dello spichiatra che in una situazione ribaltata che genera ilarità, si trova sdraiato sul lettino al suo posto, - la cura a cui i medici vorrebbero sottoporlo per guarirlo dalle sue visioni gli toglierebbe questa sua peculiarità.

 

 

La sorella stessa è in conflitto con i suoi sentimenti, perchè se da una parte non riesce a tollerare del tutto la "presenza ingombrante di Harvey" nella vita del fratello, a cui è legata e vuol molto bene, dall'altra non può ignorarla per i problemi personali che crea a lei e alla figlia che non riesce a trovare un buon partito per sposarsi.

 

Il film forse risulta un poco lento nella primissima parte, mentre coinvolge molto nella seconda dove l'azione si fa un poco più vivace, ma l'eleganza e la bravura degli attori e la raffinatezza della commedia fanno dimenticare presto questo lieve difetto.

 

Inoltre valse l' Oscar a Josephine Hull come attrice non protagonista, nella parte della sorella fragile e un po' isterica.

Un film che sicuramente merita e che fa bene al cuore se si attraversa un momento di depressione.

Godibilissimo.

 

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