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Tideland. Il mondo capovolto

Regia di Terry Gilliam vedi scheda film

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La recensione su Tideland. Il mondo capovolto

di ROTOTOM
8 stelle

L’immagine che l’occhio percepisce si stampa alla rovescio sulla retina, ci pensa poi il cervello a rimetterla diritta. Ecco, evidentemente il cervello di Terry Gilliam grazie a Dio non compie questa operazione per cui egli riesce a filmare i suoi deliri esattamente come il sua retina accoglie i colori e le forme che compongono i suoi film. Il mondo capovolto è una cavalcata di brutale onirismo e personalissimo stile nella mente normalmente sconvolta di una bambina disturbata. Una storia di (de)formazione verso una (in)consapevolezza vivace e vitale, una storia al contrario in cui l’innocenza si ritrova alla fine di un percorso di corruzione che il cinema mainstream MAI potrebbe permettersi. Soffusa pedofilia, necrofilia, malattia e aberrazione, tossicodipendenza sono gli ingredienti della normalità vissuta da Jaliza- Rose, splendida bambina che incarna una novella Alice catapultata nell’orrore di una esistenza al limite, in cui la ballata macabra che quotidianamente scimmiotta per il padre tossicodipendente (un distorto e clawnesco Jeff Bridges) della quale è l’innocente infermiera – pusher le sollecita una fantasia di fanciullesco delirio tale da rendere sopportabile e giustificabile il demente che piano piano l’avvolge. Gilliam sfodera tutto il repertorio di geniale anarchia espressiva che la produzione indipendente gli concede, facendo a pezzi allegramente tutte le convenzioni che inchiodano famiglia, amore, amicizia, libertà ad una consolidata iconografia protettiva. Il bello si (con)fonde al terribile, la morte volteggia come una buona amica nel salotto di casa all’ora del tè, la superstizione si sostituisce alla religione, la follia alla normalità. Un film ricco e raffinato, geniale nella regia All Gilliam come non si vedeva da Delirio e Paura a Las Vegas e che era stata corrotta dalle briglie dei Fratelli Grimm, film convenzionale e alimentare. Jaliza – Rose sembra uscita dallo specchio di un Lewis Carrol sotto eroina, si costruisce la sua vita tra l’immaginario e il reale sotto l’influenza di una realtà da incubo, sottolineata da due vicini di casa grotteschi. Il deforme diventa normalità nella lente di Gilliam, la macchina da presa taglia le inquadrature in dosi sempre più dolorose per cui lo spettatore viene portato al disgusto da situazioni che per la piccola bambina cresciuta tra i mostri, non sono altro che bizzarri inoculamenti di normale quotidianità. L’epilettico e sub normale Dickens diventa il prode Capitano promesso sposo, la sorella Dell che pratica la tassidermia su ogni organismo vivente umani compresi, le ricompone una famiglia grottesca fatta di involucro vuoto di padre imbalsamato, riposto come una reliquia su un letto di morte. E così via, teste di bambole che parlano e formano la personalità frammentata della bambina con le quali si confronta e tenta un difficile percorso di crescita. Il tempo è fermo, non c’è percezione dello scorrere dei giorni, l’esistenza è congelata in un onirismo liquido e ambiguo, tra giochi sempre meno innocenti e una putrefazione emotiva che ricalca quella dei morti che la vicina di casa ferma con la formaldeide fissandola per sempre in un nulla ricoperto di pelle, così anche la vita di Jaliza - Rose rischia di fermarsi, tassidermicamente a quel non luogo senza riferimento. La soluzione alla continuità di quella non - vita verrà da un disastro, dall’interruzione dell’inganno onirico da parte della prepotente intrusione della realtà. Tideland è un film imperfetto, in cui molti spunti narrativi rimangono incomprensibilmente irrisolti e le cui lungaggini sembrano evaporare la storia verso l’inconcludenza, difetti che però non intaccano un’operazione assolutamente affascinante e emotivamente sconvolgente per tematiche e messa in scena. Girato durante le pause di lavorazione di Don Chisciotte, beneficia della frustrazione per l’arenarsi del progetto a causa dei noti disastri naturali che ne hanno compromesso la realizzazione, Tideland è una fiaba nerissima ammantata di una sana rabbia ribelle e taumaturgica cattiveria, è una perla rara dai riflessi deformi che stupisce e disturba senza remora alcuna. Oggetti così al giorno d’oggi vanno salvaguardati dall’estinzione come i panda.

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