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I giorni dell'eclisse

Regia di Aleksandr Sokurov vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I giorni dell'eclisse

di zombi
6 stelle

non posso licenziare sokurov con due righe, però è pur vero che avendoci messo 3 sere per vederlo tutto(131 minuti non sono poi tanti, ma evidentemente per uno stanco son tanti anche 30)mi sono indubbiamente perso come si è perso il giovane e prestante medico che dalla russia si è spinto in questa zona deserta di chissà quale repubblica sovietica(magari l'hanno anche detto ma me lo sono perso), in cui fa sempre un caldo soffocante. fa incontri strani il medico, ma sembrano non scomporlo nemmeno più di tanto, a parte gubar il militare impazzito che sembra fuggire da qualcuno o qualcosa. parla con un cadavere all'obitorio e per un breve periodo si occupa di un bimbo trovato sulla soglia di casa che si rivela essere una sorta di alieno/angelo che di lì a poco s'involerà(interpretato egregiamente e inquietantemente da serghey krylov). ci sono i segni indelebili del quasi passato impero sovietico, monumenti di propaganda su strade che sembrano attraversare il nulla, a ricordare che nonostante tutto qualcuno o qualcosa è passato e ha lasciato segni. e poi a ricordarlo spesso e volentieri al dottorino,biondo-crinito, vari personaggi durante il film gli ripetono, minacciandolo financo, di non scrivere, di non inventarsi niente. terra di confine, su quale confine?..., riarsa da un sole accecante e da diverse realtà o mondi paralleli che s'intersecano continuamente anche nella stessa scena, mediante il cambio di colore della pellicola che da color seppia(imperante)scolora in un bianco-ghiaccio fino a riacquistare i colori naturali del mondo, ma per brevi momenti, quasi fosse una dimensione quella talmente arcaica, che fa sempre più fatica a ripresentarsi. come se quella realtà se ne stia(volutamente)dimenticando. un film difficile è vero, pur tuttavia affascinante, come dimostra lo splendido finale in cui quelle colline aride sembrano restituire il loro orizzonte al paesaggio naturale e monotono sgombro da quello che fino ad ora era forse solo un miraggio. chissà se il regime(allora in effetti morente e con tanti problemi che non avrebbe saputo affrontare e risolvere)avrebbe dato l'ok a questa produzione ardua ma intensa anche se non facile da seguire. 

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