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I guerrieri della notte

Regia di Walter Hill vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I guerrieri della notte

di Mr Rossi
8 stelle

Odissea tragica e notturna di una banda di teppisti di New York accusati di un assurdo delitto non commesso da loro. Quando per fare un film d' azione suggestivo bastava poco, comprese delle belle musiche e canzoni.

Film d’ avventura metropolitana moderna che mostra l’ odissea notturna di una banda mista di giovani teppisti bianchi e neri di New York, costretta a combattere contro le altre bande perché accusati ingiustamente di aver ucciso un carismatico capobanda nero che voleva unire tutte le gang della metropoli in una guerriglia urbana contro la polizia. Qualcuno dei “Warriors” ci lascia la pelle o viene arrestato ma un teppista estraneo a loro ha visto chi è stato a sparare. Una volta arrivati nel loro quartiere, i veri colpevoli saranno smascherati e puniti a suon di botte da un'altra banda più grande composta solo da neri (l’ unica scena di violenza del film che non viene mostrata ma fatta intuire) mentre ai superstiti della banda dei “Warriors” sarà riconosciuto il loro valore. La speaker del canale radio delle gang dedicherà a loro una bella canzone intitolata “In the City”.

   Una delle opere cinematografiche più famose di Walter Hill, che mostra una delinquenza giovanile che già all’ epoca era ormai una leggenda metropolitana da film molto più datati come “West Side Story” e “Il Selvaggio”, con dei piccoli gruppi di ventenni che si contendevano i loro quartieri a mani nude e al massimo con qualche coltello a scatto, ubbidendo cecamente a un codice d’ onore non scritto ma valido per tutti, soprattutto per chi lo violava. Niente a che vedere con le gang più numerose e meglio organizzate di giovani spacciatori di droga composte da afroamericani e altre minoranze etniche, questi meglio armati di mitra e pistole, che diventeranno più tristemente famose, anche in tanti film, pochi anni dopo l’ uscita di quello di Hill.

    Girato con uno stile molto dinamico che spettacolarizza la violenza mostrata, al punto che molti attori e comparse del cast erano dei ballerini professionisti, abituati a muoversi bene e velocemente nelle molte scene d’ azione, “I guerrieri della notte” di Hill fu spesso accusato dalla critica, anche di casa nostra, di esaltare la violenza, soprattutto perché il film in questione attirava l’ attenzione di un pubblico giovane ritenuto facilmente suggestionabile. “Guai a prendere per esempi di coraggio e lealtà i suoi truci protagonisti” scrisse nel finale della sua recensione un noto critico cinematografico italiano. Certamente ci vuole un bel coraggio per girare di notte a New York a torso nudo con addosso soltanto un gilèt di cuoio. Analisi sociologiche a parte, è ovvio che fin dall’ inizio del film lo spettatore non può che tifare per i protagonisti, per quanto rozzi e violenti siano, sapendo che rischiano la vita per un delitto non commesso da loro. Dal 1980 a oggi nei film americani si è visto di molto peggio ma si è sempre più tollerato e meno criticato.

   In Italia “I guerrieri della notte” fu vietato ai minori di diciotto anni, anche se la violenza mostrata è limitata a scontri fra più persone che si svolgono in breve tempo e di notte. Di sangue ne scorre quel poco che basta.  Sicuramente come soggetto e messa in scena Walter Hill ha influenzato tanti altri film d’ azione d’ ambientazione notturna metropolitana girati pochi anni dopo, come l’ altrettanto celebre film d’ avventura futurista “1997 fuga da New York” di John Carpenter. Infatti negli anni successivi ai due film di HIll e Carpenter ci furono dei tentativi di imitazione americani e italiani, con titoli come "I guerrieri del Bronx" e simili, tutti dimenticati presto dal pubblico.  Altrettanto suggestive sono le musiche e le canzoni del film, capaci di rendere “mitici” anche i rari momenti di calma ma è anche vero che in quel periodo bastava poco per accontentare il pubblico.

   Ovvio che in questo film non si narra di persone normali ma è evidente che si tratta di povera gente e spesso anche di gentaglia senza speranza che proviene dai bassifondi più miseri della città, giovani allo sbando che vedono in quello spirito di gruppo, seppur delinquenziale e negativo, il solo ideale di vita, come se fosse la loro vera affermazione personale, anche se in una lotta senza ideali che da ben poche gratificazioni. Esemplare di questo ultimo aspetto è una delle ultime frasi dette dal protagonista Swan all’ alba sulla spiaggia di Coney Island: “Guarda che posto di merda! E abbiamo lottato tutta la notte per venire qui”. Infatti nel film non ci sono questioni ideologiche o razziali ma solo la rappresentazione di una violenza di gruppo degna del basso medioevo e delle guerre americane contro gli indiani di fine ottocento, legata a un microcosmo di bande rivali con le loro arcaiche gerarchie e leggi. Nel film entrano in azione varie bande giovanili, alcune notevoli e altre molto meno, fra le quali una composta solo da belle ragazze, altrettanto armate e pericolose come gli uomini.

   La definizione dei personaggi principali è tagliata con il coltello a scatto e limitata a poche figure principali, quella del capobanda buono Swan (M. Beck) che oltre a guidare i suoi verso la salvezza, deve anche imporsi al suo compagno Ajax (J. Remar) più impulsivo e meno furbo di lui e quella del più grottesco capobanda Luther (D.P. Kelly, un brutto tappo a metà strada tra Giuseppe Cederna e Francesco Salvi, giustamente doppiato con una voce sgradevole) dei più cattivi e sleali “Rogues” (il nome di quella banda tradotto in italiano significa appunto "Malandrini") che uccide il leader nero Cyrus (R. Hill, che per il suo personaggio si ispirò al cantante James Brown) senza nessun motivo logico, come confesserà alla fine davanti a quelli incolpati e ricercati al posto suo ma ancora per poco. L’ unica principale figura femminile della vicenda (Mercy, interpretata da Deborah Van Valkenburg) è una sciatta ragazza sbandata che sceglie di seguire il capo della piccola banda in fuga solo perché attratta dal suo fascino e dalla sua spavalda intraprendenza. I primi approcci di Swann con Mercy incominciano con dei "raffinati complimenti" da scaricatore di porto come questo: "Per te ci vorrebbe un treno pieno di cazzi!". Frasi molto realistiche e sincere se dette da quello o dai suoi amici.

   Nonostante il successo del film, nessuno degli attori principali fece una grande carriera nel mondo del cinema, forse per via del fatto che molti allora erano giovani e ignoti esordienti. Thomas G. Waites, che nel film intepreta il guerriero Fox (quello che assomiglia a Lucio Battisti) venne fatto morire a metà film per volere del regista, stanco delle sue continue lamentele sulle scene d' azione per lui e gli altri troppo numerose e faticose. Le riprese furono disturbate da atti vandalici e furti commessi da teppisti incazzati perchè Hill non li aveva ingaggiati come comparse nella scena del raduno delle bande. Alle comparse di quella scena fu vietato di girare fuori dal set per non attirare l' attenzione della polizia. Solo Micheal Beck, David Patrick Kelly, James Remar e pochi altri finirono a interpretare ruoli minori e spesso da antagonisti, come nel caso di Kelly e Remar, in vari film e telefilm, spesso delle produzioni a basso costo di qualità nettamente inferiore oppure lavorarono solo in ambito televisivo. L’ ex “Warrior Snow" Brian Tyler (quello con i capelli a forma di grosso fungo) dopo questa sua prima esperienza cinematografica da teppista urbano, si arruolò nella polizia di New York.

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