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Guerre stellari

Regia di George Lucas vedi scheda film

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Serum

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Guerre stellari

di Serum
7 stelle

Difficile giudicare questo film prescindendo da ciò che ha creato (o meglio: da ciò che gli è stato creato intorno): il brand più mitizzato e redditizio della storia del cinema (tanto da aver portato ad una sorta di abnegazione stilistica chi ci ha lavorato), un fondamento epopeico il cui sapore di saga intergenerazionale e la cui presentazione da amabilmente sgangherata rilettura dei classici lo hanno impresso nella memoria collettiva come quasi nessun'altra "grande storia" ha saputo fare, una sorta di emblema della Nuova Hollywood (un regista mezzo hippie proveniente da due film di nicchia che realizza, fra mille peripezie, un progetto da lui ardentemente sognato ma in cui nessuno crede, riuscendo a portare a casa il risultato) ed al contempo il primo, inquietante segno che essa stava per essere spazzata via (l'effetto speciale diventa più importante della risoluzione estetica, il pupazzo riproducibile in scala per venderlo nei negozi più degno di attenzione della profondità dei personaggi, intrecci fini a loro stessi per far scervellare i fan esaltati preferibili alla funzionalità narrativa, banalmente: l'industria che vince sull'arte). Ma bisogna anche dire che, proprio perché nato dal niente, difficilmente gli si possono attribuire meriti o colpe per quanto sopra (si potrebbero semmai fare una serie di considerazioni storico-sociali sul fenomeno che ha generato, ma non ne ho né gli strumenti né le capacità). Tentando di vederlo nel modo più asettico possibile, Star Wars si presenta come un potpourri dei riferimenti più vari (Leone, Tolkien, Kurosawa, Omero, Kubrick, Herbert, Flash Gordon, il ciclo dei cavalieri della tavola rotonda, quello dei nibelunghi, il nazismo, filosofie e religioni da tutto il mondo e di tutti i tempi, e chi più ne ha più ne metta) che si destreggia in maniera notevole per minimizzare l'impatto di un budget troppo basso per un film simile, che ha il merito di aver portato all'attenzione del grande pubblico un interessante tentativo di maritare il fantasy post Lo hobbit con una fantascienza che fosse in linea con quella degli anni '60-'70, e che tutto sommato è ancora in grado di regalare un divertimento genuino: si fa il tifo per i buoni senza porsi troppi problemi di sorta, si accettano la confusione narrativa (supercazzole per spiegare cosa sia la "forza", background nebuloso dei personaggi principali, tono che oscilla aritmicamente fra il demenziale ed il serioso) ed i dialoghi da fotoromanzo, e quando all'ultimo minuto Han Solo torna in aiuto dei nostri eroi, l'applauso a scena a aperta è d'obbligo.

 

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