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Il gabinetto delle figure di cera

Regia di Paul Leni vedi scheda film

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La recensione su Il gabinetto delle figure di cera

di michel
8 stelle

Tre episodi e una cornice: uno scrittore è pagato per inventarsi dei racconti sui sinistri abitanti di un piccolo museo delle cere. Si comincia dal sultano Harun al-Rashid, arrogante e lubrico despota di Bagdad, che cerca di sedurre la moglie di un fornaio. È l'episodio più divertente, con un buffo Emil Jannings che regge l'aspetto boccaccesco della faccenda mentre il futuro regista Wilhelm Dieterle, suo rivale, è impegnato in un'avventura alla Douglas Fairbanks. Conrad Veidt interpreta in maniera convincente il folle zar Ivan il Terribile ossessionato dal desiderio di uccidere e dalla paura di essere ucciso. L'episodio, che figurativamente sembra annunciare il capolavoro di ?jzenštejn, batte, cupo e ossessivo sul leitmotiv della clessidra. Il terzo episodio, breve e onirico, vede Jack lo squartatore perseguitare in sogno il protagonista. Con le sue scenografie deformate e l'uso aggressivo delle sovrimpressioni è l'episodio più aderente ai canoni estetici dell'Espressionismo. A tratti un po statico e ripetitivo, con una tecnica del racconto piuttosto rudimentale, specie se si pensa che “Il monello” è del 22, “Il carretto fantasma” del 21 e “La nascita di una nazione” addirittura del 1915, il film è comunque ricco di inventiva e ha momenti affascinanti.

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