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Omen - Il presagio

Regia di John Moore vedi scheda film

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La recensione su Omen - Il presagio

di giancarlo visitilli
4 stelle

Il presagio infernale dello Tsunami, quello delle Twin Towers, quello delle tante guerre ancora in corso, finanche la morte del papa…tutto in questo film è presagio del mondo del male. Si tratta di un leggerissimo remake de Il presagio di Richard Donner (1976), la cui visione lascia soprattutto un dubbio atroce: era proprio necessario riportare questa storia sul grande schermo?
Il film racconta la storia di Robert Thorn, un giovane diplomatico americano, al quale viene chiesto di prendere in adozione un neonato rimasto orfano di sua madre, morta durante il parto. A Robert è stato appena detto che sua moglie Katherine ha dato alla luce un neonato morto, e quindi l'uomo decide di sostituire suo figlio con un altro neonato, ad insaputa della moglie, psicologicamente provata dalla precedente gravidanza finita male. Robert però non sa che il bambino è l'Anticristo, il cui arrivo sulla Terra è stato già annunciato da tragici eventi che hanno messo il Vaticano in stato di allarme.
Il film di Moore è un pamphlet scondito, che attinge dalla storia attuale e ci riporta fino a quella raccontata nell’Antico Testamento, con tanto di presenza di angeli annunciatori delle sciagure umane. E’ evidente, perciò, che il regista ha difficoltà a dosare la tensione, problema maggiormente presente nella seconda parte del film. E se gli attori non protagonisti reggono bene ognuno la propria parte, non si può fare alcun confronto con Il presagio del ’76, vista la presenza in questo di Gregory Peck.
E’ inquietante anche la tempistica attraverso la quale l’ambasciatore, a cui gliene capitano di tutte, riesce ben presto a diventare il detective, insieme all’amico fotografo. L’intrico della matassa attraverso la quale, alla fine del film, il regista ha la pretesa di dare al film la sensazione di fungere come una frecciatina nei confronti del Presidente americano è veramente eccessiva.
Poi, come giudicare la presenza del male in ogni cosa e ritrovarsi dinanzi ad un prete che in occasione della morte di un bambino esorta il padre ad “accettare la volontà di dio”. Sorge spontaneo il dubbio: ma la divina volontà, quindi, comporta anche la triste idea della morte di un bambino? A prescindere se il nascituro fosse indemoniato, handicappato o down: oggi non si fanno ancora aspre battaglie a proposito della presenza della “persona” (?) già nello spermatozoo che ha trovato casa nell’ovulo? E allora quel prete del film è lui presagio di idee infernali? Insomma, è per tutta questa serie di domande senza risposte “intelligenti” che il film di Moore appare discordante e non affatto intrigante.
Cosa rimarrà di questo remake? Senz’altro la campagna di marketing adottata: il film è stato distribuito il 6 aprile 2006 (6-6-6: il numero dell’anticristo). Numero tanto caro e già ampiamente adottato e dibattuto da un’ampia fascia di pseudo-artisti, da Marilin Manson agli Iron Maiden.
Noi, da tutto il pamphlet abbiamo ricavato solo una frase interessante (anche se potrebbe non c’entrare assolutamente con il film): “Siamo alle soglie di Armageddon: il male più oscuro si sta avvicinando e cercherà di sopraffare le nostre anime”. Peccato che con questo andazzo anche il cinema sta sopraffacendo le nostre povere anime.
Giancarlo Visitilli


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