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Grosso guaio a Chinatown

Regia di John Carpenter vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Grosso guaio a Chinatown

di DeathCross
9 stelle

Un Cult Action degno di Carpenter.
Non siamo ai Livelli di "Halloween", "They Live" o "In the Mouth Of Darkness" (giusto per citare alcuni Capolavori del Maestro), ma con questa Action Comedy che rievoca in chiave quasi demenziale il Cinema di Hong Kong il Maestro propone un Esempio di Azione Autoironica di Qualità: sporca nella messa in scena ma studiata nei movimenti di macchina e nelle inquadrature, genuinamente ignorante nella caratterizzazione dei personaggi e delle atmosfere ma intelligente nella costruzione delle scene. In parole povere, l'Action (Comedy) secondo Carpenter corrisponde all'esatto contrario dell'accezione odierna di questo (sotto)genere, dove i protagonisti escono sempre puliti e ordinati da scene di lotta riprese e montate in modo confusionario, dove i personaggi e le situazioni o si prendono sul serio o scadono in un'ironia irritante e la Stupidità cosmica regna incontrastata (si veda "Blade: Trinity")...

 

Tornando al film, è da segnalare come sotto l'apparente disimpegno della storia si nasconda la solita immancabile frecciatina Carpenteriana contro la società. Jack Burton ci viene presentato ad inizio Film (costruito dunque come un unico grande Flashback senza interruzioni né chiusura) dall'autista di autobus Egg come un Eroe, ma fin dalla sua prima apparizione rivela la sua natura di Satira dell'uomo statunitense medio: materialista, idiota, incapace di affrontare ciò che non conosce (il Mondo Magico cinese), riuscirà ad abbassare l'Epicità della Mitologia Orientale trasformandola in farsa.

Anche la donna statunitense viene presa in giro in questo film, nei due personaggi della giornalista e, soprattutto, nell'avvocatessa Gracie che, presentandosi come una cervellona socialmente impegnata, ben presto si svela come anima gemella dell'ignorante Burton inizialmente snobbato, facendosi rapire due volte in modo sempre più stupido (la prima volta seguendo uno dei 'cattivi' nell'ascensore, la seconda sbirciando dentro una porta aperta per essere rapita dal mostro orangotangoide).

Come detto sopra, anche il Mondo Orientale perde la sua Epicità: quasi come se fosse filtrata (o contagiata?) dalla idiozia di Burton (e quindi degli usa), la Teatralità tipica di questo Universo Esotico ed Esoterico ci appare ridicola ed eccessiva, e la serietà dei 'cattivi' ci sembra quasi auto-caricaturale. Non stupisce, quindi, che anche le morti dei villains siano caratterizzate da un'assenza di Maestosità: Lo Pan viene ucciso in modo banale, quasi per caso e in pochi secondi da Jack, mentre la morte volontaria di Thunder, afflitto dal dolore per la dipartita del suo maestro, assume connotazioni squisitamente Trash (ovviamente quello volontariamente parodistico alla "Braindead"), con l'iconica sequenza di gonfiamento cranico fino all'esplosione (non mostrata).

Neanche i cinesi 'buoni' riescono a conservare la loro aurea leggendaria: Wang è un giovane semplice che vuole salvare la sua ragazza, mentre Egg, il saggio esperto di Magia, è un autista di autobus.

 

Ricapitolando, "Big Trouble in Little China" è un Film apparentemente ingenuo e di scarso interesse Artistico che nasconde un'Intelligenza Satirica pungente (e Carpenter è come sempre Geniale nel non far notare né pesare il suo sottotesto Sociale nonostante questo sottotesto sia facilmente deducibile) e un'Inventiva Artistica assai rara nel Cinema Action hollywoodiano contemporaneo: le scene d'Azione sono coreografate magnificamente, riprese fluidamente e montate in modo comprensibile, le scenografie sono fantasiose, gli effetti speciali artigianali poveri ma genuini e credibili. Il Ritmo è sempre avvincente e alterna sapientemente momenti rilassati a momenti incalzanti, tant'è che i 90' di pellicola volano letteralmente e non si vorrebbe mai arrivare ai titoli di coda. Le musiche, le atmosfere e le inquadrature sono squisitamente Carpenteriane al 100%, come Carpenteriano è il tema dell'Assedio (immancabile da "Assault on Precinct 13", solo che qui, come accadrà in "Vampires", è operato a più cariche dai protagonisti). Grandioso il cast, in cui ogni singolo/a interprete caratterizza il proprio personaggio in modo tanto fumettistico quanto coinvolgente, e senza scadere nella banalità: il Jack Burton di Kurt Russell è un'Icona indimenticabile; Kim Cattrall costruisce Gracie alternando il cliché della 'donzella in difficoltà' alla tipologia di donna intraprendente degna di altre eroine Carpenteriane; Victor Wong riesce ancora una volta a catturare la simpatia e la fiducia del pubblico con un personaggio, Egg, umile, a tratti quasi ingenuo ma sicuramente molto saggio; James Hong fa di Lo Pan un cattivo che si salva dallo stereotipo del malvagio 'perfetto' grazie al contraltare patetico dell'immortale decrepito; Dennis Dun potrebbe sembrare il personaggio principale meno incisivo del Film perché troppo serio, ma anche qui la sua natura non comica è giustificata dalla semplicità d'animo del personaggio, genuinamente innamorato di Miao (un'ottima anche se con pochi dialoghi Suzee Pai).

 

Non un Capolavoro, ma un Signor Cult da vedere e rivedere ad oltranza.

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