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Grosso guaio a Chinatown

Regia di John Carpenter vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Grosso guaio a Chinatown

di stanley kubrick
8 stelle

IL BUIO TRA LE STRADE  

"Gli sbirri hanno di meglio da fare che finire sbudellati"  

Esperimento curioso, questo film, per Carpenter, abituato alle tonalità horror invece che al fantastico con arti marziali. Perchè Grosso Guaio A Chinatown è prima di tutto un omaggio al cinema nipponico, sia per i combattimenti alla Bruce Lee, sia per l'ambientazione che, come si può intuire dal titolo, si svolge a Chinatown, il quartiere cinese dell'America. Il film si discosta molto dallo stile e dallo stile del vero Carpenter, eppure lo spettatore assiste a combattimenti pieni di tensione, trappole alla Indiana Jones e, soprattutto, all'umorismo del personaggio principale, interpretato da un Kurt Russell in piena forma. Solo l'attore sembra essere l'elemento ricorrente nel cinema di Carpenter, in questo film. Tra lui e il regista ci sono state tante collaborazioni, le più famose sono, senza ombra di dubbio, La Cosa (il capolavoro di Carpenter) e 1997 Fuga Da New York. Grosso Guaio A Chinatown sembra essere ambientato nel futuro, come il già citato 1997, invece non rientra nella fantascienza ma si limita a proporre il fantastico in chiave nipponica.

Il protagonista è un camionista. E' il contrario completo del guidatore dell'autocisterna in Duel, film di Steven Spielberg. Russell, infatti, è presente in quasi tutte le scene (ricordate, invece, che il guidatore in Duel non si vedeva mai in faccia?). Sia chiaro, questo non è assolutamente un film on-the-road, rimane sempre dentro l'amata Chinatown, fuorchè la scena in aereoporto. Questo non è un punto a sfavore, anzi, fa accrescere l'adrenalina dentro lo spettatore, deflagrandogli tutte le certezze e proiettandolo nel mondo orientale. Con questi parametri, la pellicola potrebbe anche essere un documentario su Chinatown. Le corse con il camion e i vari locali aiutano lo spettatore a immedesimarsi in un turista a spasso per Chinatown. In gran forma anche James Hong, l'amico di Russell a cui gli viene rapita la fidanzata (all'aereoporto sopra citato), che in buon parte del secondo tempo del film, comincia a fare mosse di karate e via dicendo in maniera spettacolare. C'è anche l'avvocato che poi si innamorerà del protagonista e la sua amica, la giornalista, che si innamorerà di un altro personaggio. Questo gruppetto è spettacolare e azzeccatissimo. Non ci si poteva aspettare altro da Carpenter.

Il film non appartiene alla cerchia dei film fantastici soltanto per gli effetti speciali di prim'ordine. C'è un altro elemento fantastico presente nella pellicola. Avete mai visto una donna cinese con gli occhi verdi? Assolutamente no, dato che non ne esiste una in tutta la faccia nipponica. Questa ragazza cinese con i capelli verdi è quella che si doveva sposare con l'amico del protagonista, poi rapita non appena arrivata in aereoporto. L'avvocato del film (donna) entra in contrapposizione con la ragazza cinese. L'evento scatenante della contrapposizione è il cattivo di turno, capo della banda che fa da antagonista ai protagonisti. Questo essere non è umano, è stato privato della carne e dal sangue tantissimo tempo fa da un uomo. L'unico modo, infatti, per ritornare vivo nel vero senso del termine, è sposarsi con una ragazza cinese con gli occhi verdi. La cosa strana è che anche l'avvocato ha gli occhi verdi. Entrambi verranno sposate dal cattivo, però questa contrapposizione non provoca delle antipatie tra le due, anche perchè prima non si conoscevano, ma soprattutto perchè sono completamente addormentate con gli occhi aperti. Di solito, quando due donne si contendono l'uomo, lo vogliono a tutti i costi, in questo caso assolutamente no. Le due vogliono soltanto il bacio dei principi per risvegliarsi dall'incubo che le tormenta.

Avete presente i film di azione quando i rapinatori prendono in ostaggio qualche persona, specie se si trovano all'interno di una banca? Bene, Carpenter si ispira a questi eventi per filmare la scena dell'aereoporto. Il risultato è una suspence incredibile che si instaura dentro lo spettatore, oltre a questo, mi sento anche di dire che è la scena più azzeccata dell'intero film. La "protezione facciale" dei rapinatori si discosta molto da quelle di Inside Man o di altre bande rapinatrici. Il dragone, uno dei simboli nipponici più conosciuti, è il simbolo a cui i rapinatori hanno fatto riferimento per le maschere e per i costumi. Questa è la scena che fa completamente incazzare Carpenter, che la usa come l'evento iniziale dei combattimenti tra cinesi. Quest'ultimi sono molti, all'interno del film. Il primo, vero, combattimento avviene in una strada deserta e stretta (claustrofobia...) dove si sta svolgendo un funerale. Una banda uccide tutti i partecipanti mentre un altra banda comincia a combattere contro la prima. Intanto, tre uomini si fanno avanti e, guidati dal cattivo già descritto, cominciano a fare strage delle due bande che prima si combattevano. Non è tanto questo che fa ridere, ma il fatto che Russell e l'amico sono, con il camion, proprio davanti a loro e ai lati. Questa scena fa capire che il combattimento cinese, per i combattenti, è concentrato soltanto sull'avversario, tralascando anche i più grandi elementi che caratterizzano il paesaggio. Tutto questo è mostrato da un regista che si dedicava soprattutto all'horror. Accidenti!

Un camionista deve guadagnarsi i soldi. Non sempre, però, bastano quelli che guadagna svolgendo il suo lavoro. Allora si da alle scommesse. Il film parte proprio con l'innesto delle scommesse, per poi continuare la pellicola con il pensiero dei soldi in testa al protagonista. Infatti, nella scena iniziale, vince con l'amico che poi si porterà dietro per tutto il resto della durata, in modo che poi riceve il compenso della vincita. Ma i soldi sono davvero tutto? Oppure è meglio avere un dolca fidanzata che ti accompagna nelle lunghe passeggiate? In questo secondo caso, è molto difficile che si verifichi in un uomo quale Russell. Rubacuori e sciupafemmine, il protagonista omaggia le donne (solo Tarantino farà di meglio...) con il davanti del camion con una donna. Ma l'amore arriva in ogni fronte. L'amico è quello che gli farà capire veramente quale è il senso di amore, quindi quest'ultimo, alla fine, sarà in debito minore rispetto a prima. Che strano però vedere il giovane che da l'esempio di come innamorarsi a uno più grande di lui. La maturazione di Russell, nel film, non è altro che una semplice disfunzione per quanto riguarda l'argomento amore.

Il verde cromatico è il colore principale dell'intera vicenda, vero strumento per stordire gli avversari con lo stupore e accecare completamente tutti quelli che gli danno attenzione. Anche il bianco, però, entra in simpatia con il verde. Non soltanto perchè il cattivo, quando è in versione fantasma (può anche assumere le sembianza di un vecchio), ha la carnagione bianca, ma anche perchè quest'ultimo provoca bagliori intensi che gli escono dalla bocca e dagli occhi, capaci di accecare chiunque venga "arrotato" da questo bagliore. C'è un elemento che entra in contrapposizione con l'intera banda dei cattivi; l'acqua. Questo elemento è l'unico che può farti ritornare la vista dopo che il bagliore ti ha colpito gli occhi. Non solo, quando si verifica una delle tante fughe finali dei protagonisti, questi ultimi si intrufolano in un buco nonostante ci sia acqua, dato che sono rincorsi dai cattivi. Questo elemento provocherà l'infatuazione dell'avvocato nei confronti di Russell. Inoltre, quando loro scappano, i cattivi non provano nemmeno a rincorrerli a nuoto. Sembra che hanno paura dell'acqua. Altra prova è quella della camera dove ci sono gli scheletri appesi a dei ganci, fissati nel muro. Questi poveretti sono stati annegati (nella camera c'è sempre acqua) e lasciati lì a marcire. Questo denota ancora di più la fobia che hanno i cattivi nei confronti dell'acqua. La prova finale è data dal cattivo che padroneggia l'elettricità. Quest'ultima non va molto d'accordo con l'acqua, dato che viene completamente spazzata via.

C'è buio. Specialmente nel teso finale. La pioggia (ancora l'acqua...) cade torrenzialmente. Ma nememno l'acqua riesce a ripulire le strade che, oltre che biue, sono anche sporche, marce, infette. La società è la causa che più c'entra in tutto questo. Dentro al buio si nascondono i mostri che poi saranno al servizio dei cattivi (bellissimo e azzeccatissimo il colpo di scena finale), proiezioni del subconscio che si verificano quando il personaggio è del tutto insicuro, non si fida più di nessuno, non ha amici. Lo spirito di amicizia serve anche a questo, tenere lontano questi mostri per vivere felici e contenti.

Grosso Guaio A Chinatown non è sicuramente il miglior film di Carpenter, però ha un fascino e una verve tutta sua. L'amore, come in ogni degno film fantstico d'azione, vince sempre e tutti possono finalmente vivere felici e contenti. O quasi.

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