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Un grido nella notte

Regia di Fred Schepisi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Un grido nella notte

di passo8mmridotto
8 stelle

Questa è una storia vera, con risvolti morali, psicologici e traumatici che hanno sconvolto l'Australia, dal 1980 al 1988 e segnato per sempre il destino dei suoi protagonisti.

L'altopiano di Ayers Rock, in Australia, è mèta continua di turisti e campeggiatori da sempre, e sembra incredibile che nei suoi pressi si sia verificato un dramma che ha coinvolto per anni una famiglia mite e morigerata, quella del pastore protestante Michael Chamberlain, di sua moglie Lindy e dei suoi figli Adam (6 anni), Reagan (4 anni) e Azaria (nove settimane).

Questa è una storia vera, racappricciante, con risvolti morali, psicologici e traumatici che hanno sconvolto un intero continente, dal 1980 al 1988 e segnato per sempre il destino dei suoi protagonisti.

Meryl Streep è Lindy, una giovane moglie innamorata e madre felice, soprattutto dopo la nascita di Azaria.

La famiglia si concede una breve vacanza in un campeggio alle falde dell'altopiano. Dopo il tramonto, il pastore e sua moglie sono indaffarati intorno al barbeque, mentre i due bambini giocano nelle vicinanze. La neonata Azaria riposa nella culla dentro la tenda.

Lindy sente che succede qualcosa, corre verso la tenda, vede un dingo, (una sorta di cane selvatico molto aggressivo) che fugge e sparisce nel buio. La culla è vuota, Azaria è stata trascinata nel deserto e non verrà più ritrovata.

Le indagini della polizia non prendono una via definitiva, la storia del dingo non convince, la stampa scandalistica comincia a riversare  l'ombra del dubbio su Lindy, e l'opinione pubblica è costantemente sobillata e si convince della colpevolezza della povera madre, già provata dalla tragedia.

I giudici in un primo momento scagionano Lindy, ma poi ribaltano la sentenza e la condannano al carcere a vita, poichè, nel 1982, dopo ulteriori indagini scoprono tracce di sangue nella macchina dei Chamberlain, e decretano senza ombra di dubbio, questa volta, che la neonata è stata decapitata con le forbici, come dettato da un rito religioso.

Nel frattempo, Lindy è nuovamente incinta, e partorisce in carcere una bambina, Kahlia, che le viene sottratta e consegnata al padre, a sua volta prosciolto dall'accusa di complicità per potersi dedicare alla crescita dei figli.

Il pastore Chamberlain (Sam Neill) viene a trovarsi in una situazione incredibile, la sua forza d'animo vacilla, e comincia a dubitare della giustizia divina: contemporaneamente, la sua mente deve gestire il dolore, mai sopito, della scomparsa di Azaria, la prospettiva che sua moglie non uscirà mai dal carcere, e allevare dei figli ai quali non sa dare una spiegazione plausibile, non avendolo mai sfiorato il pensiero che Lindy potesse avere commesso una simile nefandezza.

Passano altri tre lunghi anni. Ayers Rock è di nuovo teatro di una morte. Nel deserto viene rinvenuto il cadavere di un turista, e la polizia indaga per sospetto omicidio. Casualmente, viene rinvenuto un indumento incofutabilmente appartenuto alla piccola Azaria, che dimostra come la neonata sia stata portata via e divorata dal dingo.

Lindy ritorna libera, e la famiglia si ricongiunge.

Per quanto possa sembrare scarno questo racconto, il film è invece di una sconvolgente intensità, Meryll Streep penetra profondamente nel personaggio e coinvolge come non mai, affiancata da un superlativo  Sam Neill, impegnato in un ruolo tanto difficile quanto delicato.

Per Meryll Streep il migliore riconoscimento per la sua interpretazione al Festival di Cannes del 1989, oltre la nomination all'Oscar.

La regia di Fred Schepisi è una buona prova, nonostante si sia attenuto scrupolosamente al testo del romanzo "Evil Angels" di John Bryson, perfezionato nella sceneggiatura in coppia con Robert Cawell. A Schepisi va tutto il merito di avere diretto magistralmente

due grandi attori, Meryll Streep e Sam Neill, in una pellicola che, come tutti i film tratti da storie vere, lasciano poco spazio alla creatività e alla fantasia.

 

 

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