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Il Codice Da Vinci

Regia di Ron Howard vedi scheda film

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La recensione su Il Codice Da Vinci

di scandoniano
8 stelle

Il film più atteso del 2006 non delude. “Il codice da Vinci”, griffato Ron Howard e interpretato da un trittico d’attori fenomenali (Hanks, Reno, Tatou), rispetta per molti versi il libro cult di Dan Brown (viste e considerate certe trasposizioni del passato troppo “fantasiose”). Tom Hanks è il semiologo Robert Langdon, convocato d’urgenza al Louvre dove è stato assassinato il curatore Jacques Sauniere. Il comandante della Policie Judiciarie Bezu Fache (Jean Reno) è convinto che sia Langdon l’assassino, ma l’arrivo di Sophie Neveau (la Tatou) e l’intervento di personaggi “sui generis” come il vescovo Arringarosa (Alfred Molina), il miliardario Sir Leigh Teabing (Ian McKellan) e del monaco albino Silas (Paul Bettany) sconvolgono la storia e la portano verso un epilogo imprevisto.
Per gli amanti del libro di Brown occorre sottolineare subito che il confronto non regge: solo il finale del film è migliore di quello del libro: più meticoloso, riflessivo e spettacolare della versione letteraria, il “The end” di Howard è certamente più categorico e schierato sulla conclusione dell’intera vicenda, mentre il libro di Brown, più lascivo in merito, sembrava lasciare un alone di mistero ed un’interpretazione più soggettiva al fruitore.
Il libro di Brown, rispetto al film, arriva a trattare con maggiore meticolosità molti aspetti che il film di Howard a tratti addirittura “taglia” (esempio è la vicenda del cryptex, doppio nel libro, unico nel film), ma questo è un limite del mezzo “cinema”.
Fermo restando l’ottima fattura del film, a tal proposito, occorre sottolineare come la spettacolarizzazione propria del medium cinematografico divenga quasi un handicap per la narrazione della vicenda: si prediligono aspetti più “romanzabili”, snobbandone altri meno “cinematografici” e soprattutto si sorvola sui particolari, vero quid vincente dell’opera letteraria.
Di particolare rilievo le location, azzeccatissime, e soprattutto i flashback, specie quelli descrittivi della storia del Graal.
Assolutamente da vedere.

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