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Il Codice Da Vinci

Regia di Ron Howard vedi scheda film

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will kane

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il Codice Da Vinci

di will kane
6 stelle

Mah.Una volta tanto,mica per il film in se stesso,ma per la baraonda di inchiostro utilizzato per scriverne,per i minuti di telegiornale e rubriche varie adoperati per parlarne(e comunque,considerato che siamo nell'era del "reality",picco massimo dell'intorpidimento cerebrale da tv,non è la cosa peggiore da vedere sul piccolo schermo),ma per la pochezza dell'opinione pubblica ,mai come ora così reversibile e grossolana.Premettendo che il sottoscritto trova che "Il codice Da Vinci"-romanzo sia un thriller con poca suspence narrativa,e Dan Brown uno scrittore non eccelso,va dato atto al romanzo più venduto degli ultimi anni,di aver sollevato argomenti abili a suscitare la discussione,e di aver dato occasione,se ce ne fosse ancora bisogno,alle correnti neo-oscurantiste della Chiesa di mostrare una volta di più la loro indisponibilità al dialogo e alle considerazioni."Il codice Da Vinci"-film,comunque,sarà uno dei grandi successi di questo decennio,la curiosità creata nel pubblico,la voglia di dire la propria di ognuno(e comunque è un segno di vita,cari signori prelati),la professionalità con cui il lungometraggio è costruito renderanno questa operazione un grande affare.Ron Howard si conferma un regista di mano pratica con personalità altalenante,tensione la storia ne sviluppa poca,la tesi che sostiene,con qualche differenza all'apparenza impercettibile dal romanzo ma sostanziale(non c'è qui infatti l'"assoluzione" del vescovo Aringarosa),è di quelle che sollecitano la riflessione dell'uomo comune,quello che inconsapevolmente costruisce la Storia,credendoci o no:il cast,non del tutto convincente(interessanti McKellen e Bettany,così così la Tatou,un clichè Reno),ha il suo nome più celebre in Tom Hanks,interprete del professor Langdon,apparentemente osservatore attivo della vicenda,in conclusione depositario del Grande Segreto che è il quid di tutto.E a lui Howard concede il più bel momento cinematografico della pellicola,quella scena finale ammantata di lirismo,con la consapevolezza finale delle cose atta quasi a schiacciare il protagonista,che non può far altro che assorbirla.

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