Regia di Salvatore Samperi vedi scheda film
Alvise (Lou Castel) è un ragazzo che si finge paralitico e con un atteggiamento ostile al mondo esterno che sconfina nella psicosi. Ospitato per un certo periodo a casa della zia Lea (Lisa Gastoni), una dottoressa, inizia ad intrattenere con quest’ultima un rapporto intimo e morboso. Persa la tesa per il ragazzo, Lea si farà trascinare da lui in una serie di giochi folli ai confini della perversione. Grazie zia (1968) è il film d’esordio di Salvatore Samperi, che ai tempi risultò (comprensibilmente) un successo al botteghino. La storia, impreziosita dalla mirabile interpretazione di Lou Castel - già protagonista de I pugni in tasca di Marco Bellocchio - è giocata su un sottile erotismo (sempre, va detto, molto edulcorato e sottinteso) ma, soprattutto, riesce a mostrarci quanto la follia possa essere contagiosa, e come sia facile farsi contagiare da essa una volta che si sono mollati gli ormeggi. Follia che, ovviamente, fa implodere e mostra la debolezza del classico nucleo borghese apparentemente solido. Ancora oggi, a rivederlo, il film di Samperi - che ha un ritmo crescente e trova il suo apogeo nel finale - mantiene la sua carica provocatoria e disturbante.
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