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Sound Barrier

Regia di Amir Naderi vedi scheda film

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Badu D Shinya Lynch

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La recensione su Sound Barrier

di Badu D Shinya Lynch
8 stelle

 

 

Il suono come parte (dis)integrante dell'Immagine. Il suono che diventa Immagine; che scandisce il ritmo di quest'ultima; che veicola essa verso il suo destino, il suo compito: stavolta, appunto, è il suono che porta avanti la missione di trovare lo spazio e la consistenza nel cinema; che forma la compattezza della storia; che crea la solidità, la rocciosità tipica dell'opera naderiana.

Sound Barrier è il suo film più ipercinetico, ossessivo, tattile, sensoriale. Di conseguenza, per ciò scritto poc'anzi, risulta anche il più lynchiano e tsukamotiano.

 

Se in "Monte", il filmmaker iraniano, tramite Agostino che picchiava sulla montagna, sembrava volesse far deflagrare l'Immagine, nonché fare una crepa in essa, in "Sound Barrier", invece, attraverso il personaggio di Jesse che distrugge le audiocassette, sembra voglia far esplodere, detonare, incrinare direttamente il suono [intorno all'89° minuto del film], nonché creare una spaccatura in esso. Poiché, come già detto in precedenza, è il suono che, stavolta, (in)veste il ruolo dell'Immagine. In sostanza, Naderi riesce ad infrangere la barriera del suono. Quindi, come già spiegato nelle righe soprastanti, a spaccare la barriera dell'Immagine. Di conseguenza, del cinema. Riportando quest'ultimo alla sua naturale stabilità e densità. Riportandolo alla consistenza originale. Riportandolo alle origini: è sempre un cinema delle origini, in fondo, quello del regista di "Acqua, Vento, Sabbia". Ecco che, ancora una volta, avviene un miracolo.

 

Il cinema di Naderi è vita. È un cinema vitale. Un cinema ossessivamente ottimista e verticale. Come spinta propulsiva. Che punta verso l'alto. Verso la luce. Verso, appunto, il miracolo.

 

locandina

Sound Barrier (2005): locandina

 

Per chi scrive, il cinema di Amir Naderi è uno di quelli (pochi) per cui c'è e ci sarà sempre tanto, tantissimo, troppo da dire. Un cinema che non si dovrebbe mai smettere di analizzare.

Un cinema che può. Che si prende dei rischi. Insomma, un cinema che sfrutta tutto il suo potenziale.

 

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Signore e signori... Amir Naderi!

 

Amir Naderi

Magic Lantern (2018): Amir Naderi

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