Regia di Mario Camerini vedi scheda film
Passaggio alla commedia neorealista, superando quella dei telefoni bianchi, di Mario Camerini con una gradevole e talora drammatica storia che si svolge nei Grandi Magazzini.
I grandi magazzini (1939): locandina
I grandi magazzini (o Grandi magazzini) è un film del 1939 diretto da Mario Camerini, su soggetto di Mario Camerini e Ivo Perilli
e sceneggiato da Mario Camerini, Ivo Perilli, Mario Pannunzio e Renato Castellani.
Una commessa di un magazzino popolare(Grandi Magazzini), Lauretta (Assia Noris) è corteggiata dall'autista di uno dei camioncini della ditta, Guido (Vittorio De Sica) appena assunto come risarcimento dei danni subiti a causa dell'investimento subito dall'auto del direttore. La ragazza resiste fino a che non si rende conto che il giovanotto sta corteggiando una sua collega. Venuta a sapere che i due andranno a sciare insieme con "i treni della neve", si appropria, senza pagarlo, di un costume da sciatrice, contrariamente ai suoi principi, offuscata com'è dalla gelosia. Poi va alla Stazione, dove i due avevano l'appuntamento, e riesce a passare la sera fino a notte fonda, avendo incontrao Guido, al quale la collega aveva dato buca.
Il giorno dopo, mentre sta per riporre il costume, viene sorpresa da un' inchiesta che la direzione ha iniziato per scoprire le cause di alcuni furti misteriosi che si stanno verificando nell'azienda e viene accusata del furto. Sospettata anche da quello che era subito diventato il suo fidanzato con progetti matrimoniali, la ragazza è al colmo della disperazione. Come se non bastasse, il capo del personale, Bertini (Enrico Glori) viscido e losco, approfitta della situazione per ricattarla: avrà il suo appoggio in cambio dei suoi favori sessuali.
Dopo qualche tempo l'autista, in seguito ad alcuni sospetti, esegue un'indagine per proprio conto e scopre che dietro ai furti esiste una associazione a delinquere, segretamente diretta dallo stesso capo del personale. Cadono, così, le accuse contro Lauretta e i fidanzati si riconciliano.
Epilogo della "pentalogia piccolo-borghese"(dopo Gli uomini che mascalzoni del 1932, Darò un milione del 1935, Ma non è una cosa seria del 1936, Il signor Max del 1937) Grandi magazzini esprime la piena maturità del regista nel suo approccio alla "commedia sofisticata". Lontano dal "cinema dei telefoni bianchi", popolato di contesse, uomini in smoking, giovani dattilografe alle quali un amore con il principale dona ricchezze e felicità, Camerini porta il cinema "in un mondo reale di impiegati, commesse di negozi... "anticipando secondo alcuni la commedia neorealista.
Ammirevoli le originali architetture dei grandi magazzini (ponti, ascensori), i manichini (già richiamati nei titoli di testa), uno dei quali, giocosamente costruito ad imitare le fattezze dell'autista Guido, le riprese dall'alto di tutta la struttura degli interni. della folla che sale, scende e percorre i corridoi, talora senza aver comperato niente perchè siamo in era prebellica, e i soldi sono pochi. Film divertente, ma a tratti quasi drammatico, trattato con un elegante umorismo da Mario Camerini, coadiuvato da ottimi interpreti.
I grandi magazzini (1939): Assia Noris, Vittorio De Sica
I grandi magazzini (1939): Vittorio De Sica
I grandi magazzini (1939): Vittorio De Sica
I grandi magazzini (1939): Assia Noris
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