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La fattoria degli animali

Regia di Joy Batchelor, John Halas vedi scheda film

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La recensione su La fattoria degli animali

di Baliverna
8 stelle

La rivoluzione egualitaria diventa a poco a poco una riproposizione, peggiorata, del sistema di potere precedente.

 

Interessante film di animazione, che coniuga molti elementi tipici dei film Disney con una serietà e un messaggio estranei alla casa di produzione americana.

Per quanto riguarda il primo aspetto, mi è molto piaciuta la caratterizzazione degli animali, in particolare dei maiali, che risultano comicamente espressivi (e ciò a motivo dello stesso romanzetto di Orwell da cui è tratto il film). Nei porci, appunto, non è difficile ravvisare un certo modo di gestire il potere e di fare politica, dove la furberia e la manipolazione delle masse la fanno da padrone. La pellicola rivela però una grande fantasia nella rappresentazione di tutti gli animali, in particolare nelle sequenze del lavoro; questa è per forza farina del sacco dei disegnatori e della loro inventiva, e non di George Orwell.

Per quanto riguarda il contenuto e il messaggio, posso dire che lo spirito del romanzetto dello scrittore inglese venga rispettato, il che non è poco. Orwell scrisse “La fattoria degli animali” (1945) come esplicita metafora socio-politica, e lo fece pensando all'Unione Sovietica. Lo scrittore comunista, che pure combatté in Spagna nelle formazioni anti-franchiste, contrariamente a molti suoi compagni, riuscì ad avere uno sguardo lucido ed un'onestà intellettuale tali da ammettere il tradimento da parte dell'URSS delle classi operaie, nel nome delle quali era stata fatta la rivoluzione. Fautore di un socialismo democratico, criticò aspramente l'URSS quando i comunisti consideravano Stalin come il capo e l'esempio del comunismo mondiale. Nel libro e nella pellicola il dittatore è impersonato dal maiale Napoleone, che finisce per essere divertente nella sua antipatia, vanità, ingordigia e furbizia. Infatti riesce a tenere in suo potere gli altri animali ingenui, semplicioni e creduloni, i quali sono poi figura del popolo dell'Unione Sovietica.

Gli inglesi non hanno fama di produttori di film di animazione, ma questo esemplare costituisce indubbiamente una felice eccezione.

 

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