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Amarcord

Regia di Federico Fellini vedi scheda film

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La recensione su Amarcord

di AndrewTelevision01
9 stelle

"Ma dov'è che sono? Mi sembra di non stare in nessun posto. Mo se la morte è così... non è mica un bel lavoro. Sparito tutto: la gente, gli alberi, gli uccellini per aria, il vino. Tè cul!"

Ciccio Ingrassia

Amarcord (1974): Ciccio Ingrassia

Fellini riprende visione della sua fanciullezza per trasporre, in pellicola, uno dei più grandi lavori della storia del cinema. Ovviamente si sta parlando di "Amarcord", film scritto e diretto da Federico Fellini, capostipite cineasta del cinema italiano. Fellini si ritrova a dover narrare della sua città, della sua Rimini, in un'epoca non proprio attuale allora (anni 30'), nei propri neologismi e nelle proprie usanze. Le caratteristiche dell'epoca, unite alla pura creatività felliniana nell'ideare dialoghi pressoché naturali, più realistici del solito, rendono della pellicola un aspetto originale che non tutti riescono ad avere, senza escludere ovviamente di pellicole simili o addirittura migliori di questa. Parlando delle interpretazioni, bisogna rendere onore ai vari ragazzi che hanno impersonato persone comuni, che avrebbero rappresentato quell'aspetto più che oltrepassa il reale di quel periodo: mi ha fatto assolutamente ridere l'idea di trovare un giovane Alvaro Vitali nel ruolo di uno dei ragazzi.. chi se lo sarebbe aspettato che neanche un decennio dopo sarebbe diventata una delle icone principali della commedia sexy all'italiana. Vogliamo parlare della semplice ma efficace interpretazione di Ciccio Ingrassia? Tra l'altro doppiato in romagnolo? Personalmente, credo che il famoso duo sia una discreta coppia (col grande Franco Franchi) che ha comunque segnato un pezzo di storia, in diversi caratteri: comico, cabarettistico, televisivo e cinematografico, ma parlando per Ingrassia, che ho sempre ritenuto più serio dell'esilarante Franco Franchi, questo ruolo rispecchia un po' una parte più oscura e soprattutto convenzionale dell'attore. Memorabile è l'espressione "voglio una donna!", che grida a squarciagola il povero zio matto, interpretato da Ingrassia: la disperazione nella follia di esso influisce, negli altri personaggi, del poterlo aiutare a "calmarlo" dalla sua particolare depressione. Il film assume grande valore quando gli si presentano le musiche.. oh, le musiche. La dolce fiaba suonata dal compositore Nino Rota, che ci ha regalato grandi emozioni col tema principale del film, che tutt'oggi è ricordato persino nelle pubblicità televisive. Una cosa che ho notato, e che spesso è presente, è il non inserimento di Marcello Mastroianni in questo film, visto che Fellini inserisce spesso nei suoi film il suo alter ego, in questo caso interpretato da Bruno Zanin.  

Pellicola dalla grande spontaneità, che tralascia un senso di malinconia e nostalgia.

9½.

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