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Cupo tramonto

Regia di Leo McCarey vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Cupo tramonto

di jonas
8 stelle

Un’anziana coppia perde la casa, non essendo più in grado di pagare le rate del mutuo, e chiede aiuto ai quattro figli: all’inizio questi se li sballottano un po’ tra loro, poi lei va a finire in un ospizio e lui presso una quinta figlia che si trova in California (e non si vede mai in scena). Il soggetto è molto simile a quello che Ozu tratterà in Viaggio a Tokyo, ma a dire il vero qui non c’è solo l’egoismo e l’ingratitudine dei giovani (che poi tanto giovani non sono: vanno tutti verso la mezza età): l’unica effettivamente senza scuse è la moglie dell’industriale, che non muove un dito, mentre l’ultimogenito ha il ruolo del buffoncello e a quanto pare è tacitamente esentato dai suoi doveri. Gli altri però fanno il possibile, e bisogna riconoscere che qualche ragione ce l’hanno: la vecchia si intromette nella vita privata di figlio, nuora e nipote, che sono costretti a nasconderla in camera o a farla uscire per evitare scene imbarazzanti. Forse il nocciolo del dramma è proprio questo: l’incapacità degli anziani di riconoscere che il mondo va avanti benissimo anche senza di loro, l’estraneità a una vita che li ha progressivamente espulsi. La parte finale racconta le ultime ore trascorse insieme dai due coniugi prima della definitiva separazione, ed è sicuramente la più bella: tornano nell’albergo newyorkese dove erano stati mezzo secolo prima in viaggio di nozze, trovano i luoghi cambiati come loro, poi si danno un frettoloso addio alla stazione.

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