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La bambina nel pozzo

Regia di Russell Rouse, Leo C. Popkin vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La bambina nel pozzo

di Baliverna
10 stelle

CONTIENE ANTICIPAZIONI - Forse è troppo parlare di capolavoro, ma in sé è un film perfetto, che secondo me non ha neanche una smagliatura. La tensione non molla un solo istante, e non ci sono momenti di stanchezza o altri difetti dal punto di vista tematico. La rappresentazione del razzismo, da parte di entrambe le etnie, è lucida e spietata, come priva di ogni retorica o didascalismo. Certo, quelli più a mal partito erano i negri, e i bianchi erano i loro oppressori; ma l'odio, ahimé, era reciproco.
Il film fa vedere molto bene come un evento qualunque possa fungere da miccia alla polveriera, che purtroppo c'era già. Lascia molto colpiti il discorso del negro al commissariato, che racconta di quando ha assistito ad una rivolta razziale. L'odio si impadronisce dei cuori, e diventa cieco e indidstinto; la parola d'ordine è il linciaggio indiscriminato, l'omicidio, l'incendio. Non importa se si tratta di bambini innocenti o di vicini di casa, coi quali magari si avevano buoni rapporti fino al giorno prima. Tutti cadono preda di una specie di isterimo collettivo... In questo contesto, l'evento che aveva fatto divampare l'incendio di odio viene incredibilmente dimenticato, a prova che quello era solo un pretesto.
Trovo anche umanamente molto bello il messaggio del film, sincero e per nulla "telefonato", che si desume dall'epilogo. Quando gli abitanti mettono da parte l'assurdo odio razziale, le ripicche, gli egoismi, e collaborano con i mezzi che hanno alla soluzione del problema, allora vincono tutti assieme. Trovo a questo proposito molto interessanti i personaggi del palazzinaro e magnate del paese, e di suo nipote. Poi, un personaggio che mi è molto simpatico è curiosamente il manovratore della gru.
E' un piccolo grande film, uscito quasi per caso dalle mani di due registi sconosciuti. Capita, a volte.

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