Espandi menu
cerca
Il mio miglior nemico

Regia di Carlo Verdone vedi scheda film

Recensioni

L'autore

axe

axe

Iscritto dal 23 marzo 2010 Vai al suo profilo
  • Seguaci 29
  • Post -
  • Recensioni 1392
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il mio miglior nemico

di axe
5 stelle

Orfeo è un giovane che vive alla giornata. Impegnato come cameriere in un bar di Roma, è privo di stimoli ed ambizioni. La sua maggiore preoccupazione è la sorte della madre, Annarita, una donna abbandonata durante la gravidanza, con velleità artistiche insoddisfatte, costretta a combattere una grave depressione con gli psicofarmaci. Nel momento in cui il datore di lavoro di Annarita, Achille, direttore d'albergo, licenzia la donna a causa di un furto, il giovane inizia a perseguitare l'uomo; scopre che tradisce la moglie, proprietaria dell'albergo e di ogni altra sua cosa, e decide di usare l'informazione a suo danno. Contemporaneamente, però, s'innamora di Cecilia, senza sapere che è la figlia di Achille. A causa delle successive vicende, sia Achille, sia Orfeo i loro punti di riferimento; la stessa Cecilia fa perdere le sue tracce, ed i due uomini sono costretti a collaborare per ritrovarla. Una commedia agrodolce nella quale il regista, Carlo Verdone - che è anche interprete di Achille - inserisce molte tematiche. Non tutte, però, sono adeguatamente sviluppate. I due protagonisti sono uomini infelici, incompiuti. Achille è un uomo di popolo che, per avere un'affermazione sociale, è stato costretto al compromesso. Ha dovuto legarsi ad una famiglia ricca. Ne sono nati rapporti coniugale e d'amicizia poco soddisfacenti, essendo moglie e cognato persone insipide e superficiali. La scoperta della "scappatella" di Achille, atto di certo non gradevole ma in parte comprensibile - spazza via il velo di ipocrisie. Ne rimane coinvolta - e sconvolta - anche la figlia Cecilia; per un caso, la ragazza, anch'essa insofferente allo stile di vita che la famiglia ha scelto per lei, si è innamorata di Orfeo. Quest'ultimo consuma le proprie energie vitali nel dolore per le condizioni psichiche della madre e nel risentimento verso il padre, che non ha mai visto, ma trova, nel rapporto con Cecilia, una nuova ragione di vita. L'estrema importanza che la giovane ha per i due co-protagonisti unisce i due "nemici"; l'evoluzione della vicenda porta alla nascita di una nuova, vera famiglia, basata sull'affetto tra i suoi membri, e non su interessi economici o sociali, o su semplici legami di sangue. Questo l'epilogo per una vicenda, i cui sceneggiatori lasciano, però, irrisolte alcune questioni, quale la sorte della mamma di Orfeo; oppure, come già scritto, ne toccano superficialmente altre, quale il fallito tentativo del giovane di riallacciare i rapporti con il padre naturale, o anche il conflitto generazionale, tra i tanti che contrappongono Orfeo ed Achille. Tra gli attori, ho apprezzato Carlo Verdone in un ruolo a lui consueto, di persona schiacciata tra la vita vera e quella imposta dalle convenzioni sociali. Molto meno Silvio Muccino, che trovo poco spontaneo. Il film a tratti mi è piaciuto - memorabile la sequenza delle "nozze d'argento" - ma ho finito per trovarlo poco realistico ed un po' pretenzioso. Troppa carne al fuoco.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati