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Salon Kitty

Regia di Tinto Brass vedi scheda film

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La recensione su Salon Kitty

di hupp2000
8 stelle

Voto 8,5. Uno dei migliori film di Tinto Brass. Nella Berlino nazista, Madame Kitty è tenutaria di un bordello di lusso, che propone prostitute di ogni nazionalità. Il regime le impone di traslocare in periferia e di far lavorare esclusivamente donne tedesche, in realtà agenti della gestapo incaricate di far parlare i loro clienti, allo scopo di individuare traditori, disfattisti e doppiogiochisti. La gestapo, non fidandosi neppure delle sue agenti, organizza in aggiunta un sistema di intercettazione ambientale, registrando le conversazioni su dischi a 78 giri! Viene in mente “Le vite degli altri” di von Donnersmarck, ma è preferibile non proseguire nel raccontare la trama. Resta il fatto che, questa volta, il nostro Tinto nazionale (molto più amato in Francia che nella sua cattolica Italia) sembra aver indovinato proprio tutto. Si avvale infatti di una solida sceneggiatura, di una fastosa scenografia, di attori pienamente in parte, di una bella colonna sonora. I molti nudi (maschili e femminili) sono esibiti senza volgarità, in maniera ludica e gioiosa, con divertentissime scene coreografiche. Dramma e commedia si mescolano armoniosamente e l’impegno politico dell’autore si fa sentire. I nazisti, oltre che bolsi e crudeli, vengono descritti come sessualmente isterici e impotenti, capaci di eccitarsi solo attraverso voyeurismi, devianze e piccole manie infantili. Sono inoltre presi di mira il maschilismo dei militari in genere, lo sfruttamento delle donne, il delirio megalomane dei Tedeschi allo scoppio della guerra, la miopia dei dirigenti nazisti. Non va dimenticato che, nella prima metà degli anni ’70, Tinto Brass fu a più riprese membro del comitato referendario per l’abrogazione del Codice Rocco, delle leggi anti-aborto, del Concordato. Un gran bel film, come lo sarà, a mio isolato avviso, “Senso ‘45” venticinque anni dopo. Più che apprezzabile il personaggio incarnato dal compianto Stefano Satta Flores, piccolo gerarca fascista, frequentatore del “Salon Kitty”.

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