Regia di Fritz Lang vedi scheda film
Una delle vette più alte del cinema noir.
Il sergente Dave Bannion (G. Ford) indaga sul suicidio di un suo collega, osteggiato dalla criminalità locale e dai suoi superiori, entrambi interessati a che la verità non sia appurata. Quando la mafia gli uccide la moglie (J. Brando) è costretto a dare la dimissioni, ma continua le indagini da solo, contro tutti.
Uno dei migliori noir di sempre, perfetto in ogni dettaglio, sceneggiato da Sidney Boehm a partire dal romanzo "La città che scotta" di William P. McGivern.
Il tema principale del film è quello dell'uomo solo contro tutti, costretto a combattere la malavita servendosi dei suoi stessi mezzi, mentre la polizia, corrotta, finge di non vedere quello che succede intorno. Opera molto attuale quindi, che descrive una società in degrado, tenuta sotto scacco dalla criminalità organizzata, che nasconde i suoi misfatti dietro un'ipocrita rispettabilità.
Il film è pervaso da un profondo pessimismo morale. Infatti sostiene Lang: "Ci sono solo due categorie di persone: i cattivi e i molto cattivi. Ma noi siamo giunti ad un accordo e chiamiamo buoni i cattivi e cattivi i molto cattivi."
Infatti coloro che cercano di aiutare il protagonista e che manifestano in ultima analisi qualche segno di umanità sono fondamentalmente personaggi ambigui che inizialmente appaiono addirittura negativi (Debbie, la donna di Stone, Doris, l'amante di Duncan, gli amici poliziotti di Bannion). Altro filo conduttore del film è quindi l'ambivalenza degli esseri umani.
Lo stile è secco, violento e modernissimo. Ci sono poi scene che non si dimenticano facilmente: ad esempio quando Lee Marvin getta il caffè bollente in faccia alla Grahame, oppure quando quest'ultima si vendica, ustionando a sua volta l'ex fidanzato.
Il cast è superlativo: Glenn Ford da una delle sue migliori interpretazioni, Lee Marvin è straordinario nella parte del sadico Vince Stone e la Grahame è indimenticabile nel suo ruolo, con il volto metà sfregiato e metà affascinante.
In definitiva un capolavoro assoluto, che testimonia ancora una volta la genialità del "Maestro" Fritz Lang.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta