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Gran varietà

Regia di Domenico Paolella vedi scheda film

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La recensione su Gran varietà

di scandoniano
5 stelle

 

Film a episodi, con un cast di grande valore, che racconta l’epoca d’oro dell’avanspettacolo, un periodo artistico di grande pregio e ricchezza per l’Italia, che andava via via scomparendo e di cui questo film è un testamento nostalgico e devoto. La voce fuori campo molto asettica e un montaggio a tratti documentaristico ne fanno una specie di resoconto filmato, che è però in realtà un film di fiction, con fotografia da cartolina e una sceneggiatura forse sottotono per i nomi che vi hanno partecipato (tra cui un esordiente Ettore Scola).

 

Ogni episodio ha una tematica principale ed un grande protagonista: Maria Fiore, burina che diventa diva, e i discernimenti socio-politici sulla mossa, Carlo Croccolo e il rapporto tra finzione sul palco e dura realtà della guerra, Vittorio De Sica e Delia Scala ed il timore di perdere la propria fama, Alberto Sordi che interpreta Fregoli, trasformista che usa il proprio talento per scacciare quattro cascamorti che fanno la corte alla donna da lui ambita (Lauretta Masiero), Renato Rascel e la censura stolta. I migliori episodi quelli di De Sica e Sordi, più complessi ed interessanti.

Da notare l’interessante doppia veste di ogni attore, che se da un lato interpreta un ruolo cinematografico, dall’altro spesso ricorda se stesso e gli esordi avvenuti proprio nell’ambito del varietà. 

 

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