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Truman Capote - A sangue freddo

Regia di Bennett Miller vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Truman Capote - A sangue freddo

di sasso67
8 stelle

Il film mi è piaciuto. E non soltanto per l'interpretazione di Philip Seymour Hofffman, anche perché, non conoscendo il Truman Capote originale, mi è difficile dire se si sia trattato di un'interpretazione mimetica oppure di una caricatura. E' proprio il film in sé, nel suo complesso (di concezione, sceneggiatura, realizzazione) che mi ha convinto. Soprattutto dal momento che è uno dei pochi film che riesce a dare un'ipotesi intelligibile sulla letteratura moderna e sul suo rapporto con la realtà, oltre che sull'importanza di un'intellettuale dei nostri tempi. Il Capote del film sembra dirci che la letteratura, per scrivere la verità, deve raccontare delle bugie. A questa ambiguità è improntato il rapporto tra lo scrittore e gli assassini, anche e soprattutto perché la storia da raccontare ha fagocitato sia il primo che i secondi: finché questi ultimi non moriranno per mano del boia, il libro di Capote non potrà vedere la luce. In questo senso lo scrittore è il cannibale, che si nutre di carne umana più consapevolmente di quanto facciano le sue vittime/assassini. L'impiccagione finale interrompe la catena come l'angelo della morte in "Alla fiera dell'est" di Branduardi.

 

                                                                                              ***

 

Seconda visione (febbraio 2016)

 

Quella di Truman Capote è una delle figure chiave per la lettura della società americana di ieri e di oggi. Lo scrittore è colto nel periodo che lo vide alle prese con la composizione del suo romanzo-verità A sangue freddo. Capote, reduce dalla scrittura del best seller Colazione da Tiffany e da tempo dedicatosi al giornalismo, si butta su una vicenda di cronaca nerissima - due giovani sterminano una famiglia a scopo di rapina, ricavandone pochi spiccioli - come purtroppo ogni tanto si verificano negli Stati Uniti profondi. Lo scrittore stringe amicizia con i due assassini e crea un caso politico e letterario che colpisce tutto il paese. L'intellettuale diventa simultaneamente succube e sfruttatore del caso umano e giudiziario dei due rei confessi dell'orribile delitto. Questi ultimi sperano nell'uscita del libro affinché se ne giovi il loro processo, mentre Capote non scrive una riga, colpito in particolare dalla personalità di uno dei due omicidi. Ma egli è di un altro mondo rispetto ai due giovani (con i quali probabilmente condivide un'infanzia a dir poco problematica) e infatti il libro sul caso (A sangue freddo, per l'appunto) esce quando i due sono già stati impiccati. Sarà un successo e inaugurerà un nuovo genere letterario e per questo è ricordato. Ma il Truman Capote degli anni Sessanta riflette l'atteggiamento ambivalente degli Americani nei confronti della violenza e il film di Bennett Miller è quindi uno spunto di riflessione anche con riguardo ai nostri giorni. L'ambivalenza è accentuata dal personaggio Capote e dal modo in cui lo rende il compianto Philip Seymour Hoffman.

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