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Il cineamatore

Regia di Krzysztof Kieslowski vedi scheda film

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La recensione su Il cineamatore

di Baliverna
8 stelle

E' un'iteressante riflessione di Kieslovski sul significato di fare cinema, qui documentario, e sui conflitti che ciò suscita, soprattutto a causa dell'opprimente burocrazia statale polacca. L'assunto sembra essere che documentare la realtà così com'è (fabbriche, persone, città...) presto o tardi finirà per irritare qualche funzionario o qualche censore, perché inevitabilmente verranno ritratti anche i problemi e gli elementi negativi. Siccome i notiziari e i documentari devono solo elogiare lo Stato e la sua efficienza, allora non devono parlare delle zone d'ombra e delle disfunzioni amministrative, e anzi assolvere all'unica loro ragion d'essere, cioè la propaganda politica. Questo è il muro contro il quale cozza il povero protagonista, che dev'essere lo stesso su cui andò a sbattere il Kieslowski documentarista degli inizi.
Un altro tema non marginale del film è il rapporto del protagonista con la moglie. Sereno all'inizio, esso si incrina quando l'uomo inizia a girare piccoli documentari per la sua fabbrica e a partecipare a qualche festival. La donna ne viene inizialmente infastidita, poi sempre più contrariata, infine prende ad odiare il marito per la sua attività di cineasta. La celebrità che si guadagna e i numerosi primi anche in denaro a nulla valgono per farle cambiare idea. Ci vuole un po' prima che la ragione del suo odio venga palesata, tanto è inconsistente e illegittima, e tanto gravi sono i problemi di comunicazione tra i due. Solo dopo molte scenate di lei, infatti, lui le chiede che cosa abbia in contrario col suo fare cinema documentario. Non anticipo la sua risposta, ma non ho mai sentito di una donna che sia infastidita dal successo del marito.
Dico un'ovvietà per un'opera di Kieslovski, ma è un film amaro pervaso da una sottile tristezza, sensazione che certamente l'ambientazione in una Polonia grigia e squallida contribuisce a rendere. Lo stile dell'opera è quasi sottotono e minimalista, ma offre allo stesso tempo efficaci momenti di tensione drammatica e interessanti ritratti di personaggi secondari (come il direttore della fabbrica). Il regista Krysztof Zanussi appare nella veste di se stesso.

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