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Nevada Smith

Regia di Henry Hathaway vedi scheda film

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Scarlett Blu

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Nevada Smith

di Scarlett Blu
8 stelle

Un classico western robusto questo Nevada Smith, di Henry Hathaway, regista capace ed esperto del genere; visto sul canale Sky in versione estesa, con alcune scene originali sottotitolate, è costruito su una storia forte e su un personaggio abbastanza sfaccettato e complesso, che nel dipanarsi della storia, pur svilendosi nella disperata e ostinata ricerca di vendetta, pare mantenere una sorta di innocenza primigenia che potrebbe spiegare la scelta (quasi imprevista e che un po’ mi ha sorpreso) che compie alla fine del film.

 

Steve McQueen, attore entrato nella leggenda del cinema americano per alcune interpretazioni memorabili, (Papillon, L’ultimo buscadero) qui fa la parte di Max un giovane cowboy mezzosangue cui tre balordi uccidono i genitori, madre indiana e padre bianco.

Trauma che lo segna indelebilmente, passerà l’esistenza a cercare i colpevoli per ucciderli e vendicarsi, senza preoccuparsi di restare ucciso o diventare come loro.

Un bellissimo film, sorretto da una fotografia suggestiva di paesaggi mozzafiato, con colori di una bellezza sorprendente, tra montagne, vallate e praterie verdi e rigogliose, cattura l’attenzione ad ogni singola inquadratura sempre diversa e sorprendente, in forza di una sceneggiatura robusta che sa dosare azione, tensione e momenti di tregua e riflessione che non stancano mai, ma anzi mantengono viva l’attenzione.

Attore espressivo con un’aria da duro venato di fragilità, Steve McQueen dà volto e corpo a un personaggio che a momenti è quasi disarmante nella sua apparente ingenuità, perlomeno all’inizio, e nel corso del tempo, si fa scaltro, determinato e perseverante nel raggiungere il suo scopo, arrivando a compiere azioni non proprio nobili.

 

 

Aiutato e addestrato da Jonas Cord (Brian Keith) un uomo che tenta in primis di dissuaderlo dal suo proposito, mettendolo in guardia sul rovescio della medaglia, sulle conseguenze portate dal desiderio di vendetta, Max acquista sicurezza e dimestichezza con le armi, e fin dal primo corpo a corpo - un fantastico balletto da equilibrista su una staccionata - avrà ragione sul suo avversario, un odioso Martin Landau.

Insegue il secondo assassino fin dentro un campo di prigionia circondato da una palude da cui pare impossibile fuggire, e questa è la parte del film forse più cruda e densa di violenza, (la fustigazione del prigioniero che ha tentato la fuga, l’assassino che insegue Nevada) ma è anche quella dove emerge l’ ambivalenza del personaggio, in bilico tra spietatezza, cinismo e un senso di pietà e umanità che non ha ancora perso del tutto, e questa caratteristica si intuisce nella scena (toccante) al capezzale della ragazza morente che lo aiuta a fuggire.

 

L’ultimo dei colpevoli su cui vendicarsi è Tom Fitch, un pistolero cinico, ladro e assassino interpretato da uno splendido carismatico Karl Malden, (mitico interprete della serie poliziesca televisiva ‘Le strade di San Francisco’) che si prepara a compiere l’ennesima rapina, e Max/Nevada riesce con astuzia a entrare nella sua banda di ladri e tagliagole.

Il confronto finale tra Nevada e Tom è duro, violento e quasi impietoso, e effettivamente ci si aspetta che finisca male…

ma  la svolta del film è dietro l’angolo e siamo un po’ impreparati a coglierla, forse anche a capirla; prima non ci viene dato alcun sentore, a parte forse l’incontro col frate francescano, l’unico personaggio che potrebbe influenzare le scelta finale di Nevada, ma resta un’ incognita, perchè l'evoluzione del personaggio non viene fatta percepire.

 

Naturalmente gli ingredienti del western ci sono tutti, e tutti ben dosati e funzionali alla trama: rapine, sparatorie, omicidi, splendide panoramiche che si aprono su paesaggi che sono entrati nell’immaginario della frontiera americana.

Da vedere anche solo per questo, ma non solo.

Molto bello, per un genere che di solito, mi prende poco.

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