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Un bianco vestito per Marialé

Regia di Romano Scavolini vedi scheda film

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La recensione su Un bianco vestito per Marialé

di undying
6 stelle

Giallo minore del filone italiano anni '70. Colpa di un soggetto poco elaborato in sceneggiatura, con risvolto whodunit del tutto azzerato e una parvenza di storia con epicentro implausibile. Elementi che tradiscono le aspettative di quel pubblico che resta indifferente all'ottima cinematografia e ad una confezione estetica superiore allo standard.


locandina

Un bianco vestito per Marialé (1972): locandina

 

La piccola Marialè si trova in auto, in compagnia del padre. Non sa perché la sta portando in un bosco, per poi abbandonarla in macchina dopo essere sceso, armato di pistola. L'uomo, in silenzio, si dirige verso un ampio prato, nel quale la moglie (Evelyn Stewart/Ida Galli) giace in dolce compagnia dell'amante. Dopo aver ucciso la coppia, punta l'arma verso se stesso facendo fuoco. Dal tragico fatto sono passati trent'anni, quando Massimo (Ivan Rassimov) si sta dirigendo in macchina verso palazzo Bellaria: è uno dei tanti ad aver ricevuto un telegramma da Marialè (da adulta, interpretata in secondo ruolo da Evelyn Stewart) ora cresciuta e andata in sposa a Paolo (Luigi Pistilli). Male accolto dal factotum Osvaldo, che annuncia essere la villa vuota, presto Massimo viene raggiunto dagli altri invitati: una coppia composta da Gustavo e Samy, seguita da Jo, Sebastiano e Mercedes (Pilar Velázquez). Ad insaputa del marito, che con l'aiuto di Osvaldo le impone l'isolamento forzato e l'assunzione di sedativi e tranquillanti, Marialè ha invitato alcuni conoscenti. Paolo si trova così costretto ad ospitare il gruppo, che distrae inizialmente con la visita guidata a un castello diroccato, di proprietà. Nei sotterranei del maniero la compagnia trova una serie di antichi costumi, organizzando così una festa colorita e animata attorno a una tavola imbandita. Ognuno degli invitati - definiti da Marialè "squallidi, ipocriti, vigliacchi, gelosi e pazzi come tutti" - mostra un carattere egoista e libertino, sino a quando l'atmosfera da sfrenato baccanale muta drasticamente: Sebastiano viene ucciso a bastonate e quando l'omicidio viene alla luce si scopre che il telefono è stato messo fuori uso. Osvaldo si avvia a piedi per avvisare la polizia, subendo la stessa tragica sorte prima di raggiungere il confine di proprietà. L'escalation di delitti prosegue inarrestabile: Samy viene colpita a morte, ripetutamente alla testa, mentre è in piscina; Gustavo viene sbranato dai cani dopo aver scoperto il cadavere di Osvaldo. Marialè intanto chiede aiuto a Massimo, attribuendo la responsabilità del massacro al marito Paolo...

 

"In verità vi dico: qualcuno di voi mi tradirà..."

(Jo, durante l'ultima cena)

 

Evelyn Stewart

Un bianco vestito per Marialé (1972): Evelyn Stewart

 

Girato negli interni di Palazzo Borghese ad Artena (Roma), location deputata a molti gotici e gialli italiani (sin dai tempi di L'amante del vampiro e Il boia scarlatto), Un bianco vestito per Marialè riesce a farsi notare per le suggestive location ottimamente valorizzate dalla splendida fotografia e, in maniera particolare, in virtù d'una cinematografia (opera dello stesso Scavolini) di qualità, ricercata e complessa, animata da movimenti di macchina partecipativi, resi efficaci da carrelli eleganti e fluidi che eseguono, durante i dialoghi, il passaggio da un primo piano a un campo lungo, quando non il cambio in piano sequenza da un attore all'altro, spesso piovendo dall'alto o spostandosi lateralmente ad altezze diverse (da sotto verso sopra o viceversa). L'aspetto tecnico è infatti quello che risalta in questo giallo graficamente raffinato e ben costruito esteticamente, dove attori simbolo della cinematografia di genere (Pistilli, Rassimov, la Galli e persino la Velázquez, in seguito protagonista del curioso Sesso in testa) si muovono senza chiare motivazioni in un contesto poco credibile, dando per necessità di copione scarso spessore psicologico a personaggi senz'anima, fasulli (emblematica in tal senso la festa in maschera) e destinati al massacro. Un massacro idealmente feroce ma visivamente poco riuscito, messo in atto solo negli ultimi venti minuti con l'uso di bastoni, mastini famelici, pallottole e, ovviamente, rasoi.

 

Evelyn Stewart

Un bianco vestito per Marialé (1972): Evelyn Stewart

 

Scavolini, ottimo regista formatosi come eccellente direttore della fotografia [1], di comprovata esperienza (fatta anche come reporter nel Vietnam), si trova a maneggiare una scadente sceneggiatura (opera di Remigio Del Grosso, elaborata su una storia di Giuseppe Mangione) che presenta il grosso limite dello svilente spoiler iniziale: l'identità e le motivazioni (la follia ovviamente) dell'assassino sono annunciate prima dei titoli di testa ai quali, tramite esposizione di crediti in caratteri dal colore bianco a contrasto con sottofondo rosso, spetta l'ulteriore compito d'anticipare il bagno di sangue che seguirà. La visione del film è infatti penalizzata dall'assenza di una trama gialla (privata del classico whodunit) e dalla scarsa definizione identitaria dei personaggi, a cominciare dalla stessa Marialè per poi proseguire con ospiti che agiscono (e parlano) come burattini nelle mani di un demiurgo (il regista) che è costretto a maneggiare materia letteraria (e contenuto) di scarsa qualità. Per fortuna alla bella e incantevole regia si somma una colonna sonora del tutto idonea e soprattutto partecipativa, opera del valente Fiorenzo Carpi, composta con direzione artistica del grande Bruno Nicolai: elementi questi, assieme alla professionalità del cast artistico, in grado di rendere comunque interessante il film, soprattutto agli occhi dell'appassionato di giallo all'italiana. Al fianco di Scavolini, in qualità di aiuto regista è presente Arduino Sacco, ancora lontano dagli esordi nel mondo dell'hard, genere del quale sarà addirittura un pioniere.

 

Evelyn Stewart

Un bianco vestito per Marialé (1972): Evelyn Stewart

 

Io, disprezzo lo spettatore [2]

 

"Forse la gente si accanisce contro di me perché sente la mia ostilità. Io faccio il cinema come fosse una guerra, mentre gli altri lo fanno per ragioni personali, per il loro ego, per la loro immagine, per sentirsi socialmente gratificati. Forse questo filtra dalle mie immagini. Sono completamente immune e libero da qualsiasi sentimento di deferenza nei confronti dello spettatore e della società in generale (...) In realtà, a pensarci bene, io disprezzo lo spettatore perché mi aspetto che sia aperto e ricettivo, che sia al massimo e che veda sullo schermo le stesse cose che io ho visto dentro me stesso."

(Romano Scavolini)

 

Evelyn Stewart, Ivan Rassimov

Un bianco vestito per Marialé (1972): Evelyn Stewart, Ivan Rassimov

 

NOTE

 

[1] In tale veste, sarà anche al fianco del fratello Sauro, sul set di Amore e morte nel giardino degli dei.

 

[2] Da "Spaghetti nightmares" di Luca M. Palmerini e Gaetano Mistretta.

 

Pilar Velazquez

Un bianco vestito per Marialé (1972): Pilar Velazquez

 

"Esaminava quel volto, cercando di non leggere quello che vi era scritto così chiaramente, e contro la sua volontà vi leggeva quello che non voleva sapere."
(Lev Tolstoj)

 

Un bianco vestito per Marialè (OST di Fiorenzo Carpi e Bruno Nicolai)

 

F.P. 08/12/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 83'50")

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