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Giulia

Regia di Fred Zinnemann vedi scheda film

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La recensione su Giulia

di LorCio
8 stelle

Tratto da un racconto autobiografico di Lillian Hellman (autrice anche di Piccole volpi, da cui è stato tratto un film con Bette Davis), è il penultimo film di Fred Zinnemann, all’epoca già settantenne e vincitore di cinque premi Oscar. Le origini austriache del grande regista e i fantasmi della guerra e delle persecuzioni naziste riemergono in queste memorie di una donna tormentata dal dolore della perdita e dall’impossibilità di tornare indietro.

 

Giulia è, nella fattispecie, la migliore amica di Lillian, un’aristocratica ebrea che abbandonò gli agi familiari per entrare nella resistenza attiva al regime hitleriano, volitiva, intraprendente, ma anche sfuggente e misteriosa. Il mistero di Giulia è alla base del dramma interiore della scrittrice, la cui memoria torna non di rado ad alcuni episodi della loro adolescenza trascorsa assieme nell’immensa tenuta aristocratica di Giulia, quasi a voler cercare un motivo o una traccia per capire scomparse e segreti.

 

Robusto film storico e non soltanto storia di un’amicizia femminile, è l’occasione che Alvin Sargent (premiato con l’Oscar per la sceneggiatura non originale) offre all’europeo Zinnemann per rappresentare un affresco diverso e notevole dell’opposizione al nazismo, non legata agli eventi successivi alla messa in atto della soluzione finale (ampiamente raccontati dal cinema) e immersa in un’atmosfera che unisce l’alta tensione (il turbolento viaggio di Lillian in treno per portare i soldi a Giulia) con l’intimismo melodrammatico (il memorabile incontro tra le due amiche in un bar), il menage letterario-familiare (la vita domestica di Lillian e Dashiell Hammet) e la coscienza storica (la resistenza, che ingloba tutte le anime avverse al nazismo e non soltanto quella socialista ovviamente riconducibile a Giulia), fino ad un finale di commovente ineluttabilità.

 

Non è un caso che l’intera storia sia racchiusa da un’apertura e da una chiusura con la sagoma della vecchia Hellman intenta a pescare in un lago (Hammett la considerava la più grande pescatrice del mondo): ne sottolinea la componente di malinconica testimonianza. Oscar a Vannessa Redgrave e Jason Robards come migliori non protagonisti, ma furono candidati anche Jane Fonda (che conferisce i giusti tremori e i comprensibili turbamenti a Lillian) e Maximillian Schell (che ha un piccolo ma pregnante ruolo). C’è anche una particina per Meryl Streep come petulante amica. Georges Delerue compone elegiache ed adeguate musiche.

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