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Giù la testa

Regia di Sergio Leone vedi scheda film

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La recensione su Giù la testa

di AlbertoBellini
10 stelle

 

Un fuorilegge messicano, Juan Miranda, padre di cinque figli che lo aiutano nelle sue imprese banditesche, incontra John Mallory, un esperto dinamitardo irlandese. Juan gli propone di lavorare insieme per svaligiare la banca di Mesa Verde, ma John rifiuta e fugge. Juan e i suoi figli si recano comunque a Mesa Verde, notando i segni del profondo cambiamento che il paese ha subito: la banca non risplende più d’oro e in ogni luogo ci sono gruppi di soldati che marciano o fucilano i rivoluzionari.

Dopo essersi ricongiunti, Juan si unirà a fianco di John e i rivoluzionari contro i soldati, anche se per un motivo ben diverso dalla rivoluzione.

 

"La rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una festa letteraria, non è un disegno o un ricamo, non si può fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia. La rivoluzione è un atto di violenza."

 

Ed è con questa frase che si apre "Giù la Testa", il film più politico di Sergio Leone e forse, il mio preferito del regista italiano. Secondo film appartenente alla "Trilogia del Tempo", "Giù la Testa", inizialmente, doveva intitolarsi "C'era una volta la Rivoluzione", rialacciandosi cosi alla pellicola precedente ("C'era una volta il West") e alla successiva ("C'era una volta in America"), ma che per motivi ancora oggi sconosciuti, Leone cambiò in "Giù la Testa Coglione" ed infine "Giù la Testa".

Essendosi probabilmente stancato di un genere che ormai, in Italia, era stato sostituito con il poliziottesco, i produttori costrinsero Leone a girare nuovamente un western, e di fatti, "Giù la Testa" è il film di Leone che presenta più difetti tecnici, forse addirittura il peggiore della sua filmografia dopo "Il Colosso di Rodi". 

E come per tutti i grandi maestri della settima arte, io non sono affatto d'accordo su questa definizione, tanto meno se si sta parlando di Sergio Leone, un artista che rientra tra i 10 migliori registi della storia del cinema. 

Diviso in due parti: presente e flashback, che ripercorrono il misterioso passato di John, "Giù la Testa" è un epopea sull'eterna lotta fra borghesia e povertà, una lotta che quest'ultima fetta del popolo ha sempre perso in partenza.

Fantastica la sequenza iniziale all'interno della diligenza, in cui si alternano inquadrature dei ricchi e di Miranda, la bocca della borghesia e la bocca della povertà, gli occhi della borghesia e gli occhi della povertà.

Il tutto rappresentato da due personaggi indimenticabili, John Mallory, interpretato da James Coburn, e Juan Miranda, interpretato da Rod Steiger, personaggio che per tutto il corso della pellicola sarà contro la rivoluzione, ma che nel finale si renderà conto di essere a favore di quest'ultima più dei rivoluzionari stessi.

Fantastica come sempre la colonna sonora, composta da Ennio Morricone, la mia preferita del maestro.

"Giù la Testa" resta, ancora oggi, un film ingiustamente sottovalutato, quando in realtà si tratta dell'ennesimo capolavoro di un Maestro, la pietra tombale di un genere che non esiste più.

 

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