Regia di Sergio Leone vedi scheda film
L'ho rivisto, ma me lo ricordavo poco.Mi è piaciuto e certo l'attestato politico è forte, siamo nel 1972 e qualcosa si doveva sentire, saranno gli anni dei film politici, nel bene e nel male.Il gioco è quello della formazione politica di un peones ignorante e ladro, ma che ha dalla sua una spiccata formazione sociale naturale; abbiamo visto diversi films di questo genere, ma Leone si differenzia per il tono scanzonato che lo avvolge.Gli attori sono perfetti, e rivendodolo mi sono ancora più piaciuti. Essenziale è la inquadratura della pirma parte mentre i benestanti stanno mangiando in modo osceno di fronte al peones che li osserva allibito
Un peones ladro e bandito, si avvicina, suo malgrado, ad un terrorista rivolunionario e da qui il travaso
Mitica, anche migliore di certe situazioni che sottolinea e cioè il ricorcordo di flash back di Coburn
Rivisto dopo svariati anni era famoso per il cappa e spada e un per un film da fotoromanzo con la Loren negli anni 50, La donna del fiume
Rivista volentieri,molto brava ed in tono con il suo ruolo, La potremo rivedere fra qualche anno in Novecento. La ricordo come cantante di musica popolare in coppia con Gaber
Bravo fuori di misura, di una perfezione epica.E' sempre stato bravo e diligente qui ha qualche frizzo in più che serve
Una faccia ed una mschera che il cinema americano ha troppo trascurato, non ci si spiega il perché. Lo hanno scoperto alla fine prima di morire, con Affliction dandogli un meritatissimo Oscar. Qui è perfetto nel suo ruolo politico e sornione
Era un attore ecclettico che amava molto il cinema italiano, che non lo faceva solo per soldi, ma per interesse intellettuale ed artistico, infatti ha lavorato con Olmi, Maselli..e.Non sono daccordo con la critiva di Film Tv. per me è spassoso ed essenziale per il film
Regia forte ed involontaria; da quanto ne so, so che non doveva essere lui il regista, ma solo il produttore, ma all'ultimo ha ripiegato e forse ha fatto bene.Sciolto divertente appassionante e drammatico quanto basta, qui l'ironia prende il sopravvento
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