Regia di Joe Wright vedi scheda film
L’orgoglio di Darcy e il pregiudizio di Elizabeth. Ancora una volta il capolavoro di Jane Austen prende vita sul grande schermo con un film gradevole e appassionante, che rende alla perfezione le pagine del romanzo, in cui pungente ironia, critica sociale e racconto di formazione e crescita si intrecciano mirabilmente.
La Austen fu un’attenta e sensibilissima osservatrice del suo tempo, di cui smascherò vizi, ipocrisie, grettezze e profonde contraddizioni, che si rispecchiano tutte sulla campagna inglese del primo ottocento, il contesto in cui vive il microcosmo della famiglia Bennett, dei loro amici e conoscenti, cugini, zii e benestanti vicini. Un microcosmo che è immagine di un mondo, di un’epoca, di un passato (non tanto lontano) in cui essere donna era solo e ancora uno svantaggio: nessun peso nella vita politica e civile, ma soltant9o nella vita domestica, in casa, sia essa una modesta fattoria o un maestoso castello, in cui far sfoggio di perfette doti di “angelo del focolare”, in cui essere una servizievole moglie e una madre premurosa. Cosa restava da fare, se non un matrimonio vantaggioso, anzi, il più vantaggioso possibile? Era l’unica “arma” per avere successo, per essere ben accolta, ben giudicata, osservata e ammirata.
Non per essere felice, però.
E felice vuole esserlo Lizzie Bennett, anticonformista e ribelle eroina, dalla battuta sempre pronta, la cui entrata in scena è altamente significativa: passeggia solitaria leggendo un libro.
La vivace storia della sua famiglia e delle sue schermaglie amorose con l’ombroso e scostante Darcy, ci vengono mostrate con uns forma più snella, con un ritmo più incalzante e moderno del romanzo, mantenendo intatta, però, la veemenza dei dialoghi, lo spirito dei personaggi, su cui spicca, irresistibile, il tormentato, altero (ma umano) Darcy di McFayden, e accentuando la freschezza innata della protagonista, una leggiadra e combattiva Knightley.
Atmosfere corrusche, come i cieli color acciaio della campagna, si alternano ad altre allegre e dai colori caldi e luminosi; balli e feste a momenti di grande lirismo e intimità; il dramma e la malinconia si alternano a gustose scene di pungente comicità, in un crescendo accattivante, venato sempre più di romanticismo e denso di momenti indimenticabili. Il. Primo ballo con Darcy, la proposta di matrimonio sotto la pioggia, contraddittoria, contorta, appassionata, sensuale, e la risposta furiosa, provocatoria, indignata di Elizabeth; il paesaggio, di incontaminata bellezza, di una rupe solitaria su cui stare in bilico per riflettere; l’incontro finale all’alba, in cui confessare la verità.
Tutti bravissimi gli interpreti nel dar vita ad una gamma disomogenea, coloratissima e svariata di brillanti personaggi.
Matthew McFayden: Ombroso, affascinante, altero ma dallo sguardo malinconico. Era arduo, se non quasi impossibile, il confronto con il Darcy di Colin Firth, particolarmente tagliato per ruoli in costume, ma McFayden se la cava egregiamente. Il suo è un Darcy umanissimo, di poche parole ma dalle occhiate significative.
Perfettamente a suo agio nel ruolo e nei duetti con McFayden e con grandissimi attori come Sutherland, Blethyn e Dench. Giovane, fresca, brava e simpatica, la nuova stella del cinema inglese.
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