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Galileo

Regia di Liliana Cavani vedi scheda film

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La recensione su Galileo

di lino99
8 stelle

Pellicola lucida e panoramica impeccabile dell'ambiente rinascimentale italiano

"MA CHI SI CREDONO DI ESSERE ?"

A mio parere la frase più bella del film, per il semplice fatto che è la più emblematica: Galileo con questa si riferisce (ovviamente senza farsi sentire) agli ecclesiastici e agli inquisitori, poiché proprio per colpa di questi ultimi si troverà costretto a negare tutte le sue teorie che affermavano l'eliocentrismo, ovvero la teoria secondo la quale il sole è al centro dell'universo, che era totalmente opposta alla concezione generale della terra al centro dell'universo (come presuppone la Bibbia).

...Ma partiamo dall'inizio: Galileo Galilei è uno studioso di Astronomia all'università di Padova, un contesto che ha saputo attirare studenti da tutta l'Europa, ma che non rinuncia ad una mentalità di fondo sempre condizionata e intimorita dall'Inquisizione cattolica, che ha usato come esempio riguardo il destino dell'eretico il filosofo naturalista Giordano Bruno. L'ambiente universitario è dunque intransigente, pronto subito, alla prima affermazione leggermente al di fuori dei dogmi, a gridare "eresia" e persino "bestemmia", mostrando un carattere che va contro l'essenza, lo spirito d'istruzione, che dovrebbe essere aperto al confronto e mai prevenuto. Di fronte a questo triste contesto, nonostante gli ecclesiastici sostengano di apprezzare molto i suoi studi, il povero scienziato sarà costretto ad "abiurare" davanti a tutti la sua teoria (mai si è vista una contraddizione più evidente).

Il tutto è diretto in maniera efficace dalla veterana di importanti "biografie" Liliana Cavani (Francesco D'Assisi; Einstein), che ha tra l'altro curato l'ottima sceneggiatura, che rende al massimo il tema e il significato del film, insieme a Fabrizio Onofri e Tullio Pinelli.

Una fotografia degnamente "rinascimentale" grazie a Alfio Contini. Molto belle le musiche del maestro Morricone, tanto che a volte fanno venire i brividi e rappresentano più di ogni altra cosa l'atmosfera intransigente e persecutoria che ha causato l'Inquisizione e in generale la Chiesa. Ottima interpretazione di Cyril Cusack, che ci regala momenti di ironia che vorrebbero( ma non ci riescono) nascondere tutte le amarezze del brutto periodo in cui è vissuto: brutto proprio perché non gli ha saputo riconoscere in modo adeguato il grande primato e quindi il suo genio.

Una pellicola dunque molto interessante, con dialoghi eccellenti, che offre una panoramica e una dimostrazione praticamente perfetta dell'ipocrisia predominante nella curia di quel periodo (altra contraddizione).

 

 

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