Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Uno dei migliori Bergman, pur tra i meno noti: inquietante come un horror, visionario e antinarrativo come nei '60 era difficile, e meno pretenzioso del solito. Non so cosa volesse dire l'autore definendolo "tremendamente personale", spero non avesse le visioni del protagonista (non sempre i registi inquietanti sono inquieti, anzi!), ma è vero, anche dal punto di vista della storia del cinema, che "è un passo nella direzione giusta", come non sempre gli è riuscito nella varietà di stili esplorati. A metà tra Kafka e Lynch
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