Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
Roma, un giorno qualunque di un mese caldo dell'anno. Come di consueto le vie di accesso alla città sono congestionate dal traffico; per un motivo imprecisato, la situazione peggiora. La viabilità si blocca. In una porzione di strada a ridosso di un cantiere abbandonato, gli automobilisti spengono i motori in attesa della possibilità di riprendere la marcia. Inizialmente, i rapporti tra gli occupanti dei vari veicoli sono ondivaghi; con il passare delle ore tendono a deteriorarsi. Diretto da Luigi Comencini, "L'Ingorgo" è un film che offre, rappresentandolo con pessimismo, uno spaccato dell'Italia del suo tempo. La vita dei singoli, dei nuclei familiari, procede indifferentemente l'una nei confronti dell'altra. Tutti corrono, un'intera nazione, a seguito delle migliorate condizioni di vita, si muove da un luogo ad un altro. Ma, a volte, giunge un brusco stop. L'ingorgo rappresenta una situazione di stasi; gli occupanti dei veicoli, inaspettatamente ed involotariamente liberi da altre occupazioni, hanno del tempo per loro stessi e gli altri. Superato un primo comprensibile momento di smarrimento ... Ognuno torna a pensare ai fatti propri, salvo alcune eccezioni. Non nasce alcuna solidarietà tra i "prigionieri", alcuni cercano di trarre vantaggio dalla situazione, anche con mezzi abbietti. Tra i personaggi principali, spicca il ricco imprenditore De Benedetti (Alberto Sordi), cinico, avido, spaccone. Anche lui, nonostante il dare in escandescenze, rimane, pur con il suo benessere, bloccato, con la sua Jaguar incastrata tra le altre vetture. Dunque, non gli rimane che tiranneggiare il Ferreri (Orazio Orlando), suo remissivo autista. Di fronte a lui, è posizionata una vettura malconcia, con a bordo una famiglia numerosa di origine napoletana. Sono i Gargiulo e vanno a Roma per far abortire la figlia Germana (Giovannella Grifeo), colpevole di aver concepito prole insieme a padre rimasto ignoto. Ma Germana non vuole, anche se un certo evento ne accende l'ambizione e la spinge a riconsiderare la cosa. Marco Montefoschi (Marcello Mastroianni) è un famoso attore. Non ha alcuna simpatia per i fan, i cacciatori di autografi; preferirebbe l'anonimato, ma non è possibile averlo. Pur di sottrarsi all'attenzione degli ammiratori, si rifugia in un casolare nei pressi, un povero fabbricato, abitato da una giovane coppia in difficoltà economiche; Teresa (Stefania Sandrelli), incinta, ne accende il desiderio. Durante la notte, qualcosa potrebbe accadere. Al momento di lasciare la casa, Pompeo (Gianni Cavina), marito di Teresa, gli si rivolge con toni minacciosi, pretendendo un aiuto per trovare lavoro nel mondo del cinema; nasce il sospetto che egli abbia di proposito sfruttato le grazie della moglie per "ammorbidire" il personaggio. Una ragazza hippy rifiuta il grossolano corteggiamento di un gruppo di giovani riccastri a bordo di un potente fuoristrada, preferendo la compagnia di un timido ed umile autotrasportatore; il gruppo di teppisti la violenta, sotto gli occhi di quattro attempati amici, i quali potrebbero impedire il verificarsi dell'evento, ma preferiscono tacere. Una coppia matura in viaggio per celebrare le nozze d'argento "esplode" a causa di rancori troppo a lungo taciuti. Anche un'ambulanza rimane bloccata nell'ingorgo; ne paga le conseguenze il trasportato (Ciccio Ingrassia), ferito in un incidente stradale. Egli muore, e con lui i suoi sogni di ricchezza, connessi ad un'ipotetica richiesta di risarcimento danni. Ed altri ancora sono gli eventi che si verificano durante il blocco della circolazione. Tutto attesta un deterioramento di dinamiche relazionali; prevalgono egoismo, incapacità di comprendere il prossimo, violenza, superbia, avidità, pericolose nevrosi. L'epilogo è emblematico. Nonostante giungano messaggi di prossimo scioglimento dell'ingorgo, i veicoli rimangono fermi. E cala un'altra notte, su un'umanità, la quale, nonostante il benessere, nonostante la tecnologia, nonostante il progresso, non è in grado di andare ... da nessuna parte. Oltre agli attori citati, sono presenti nel cast Ugo Tognazzi, Miou-Miou, Gerard Depardieu, Ennio Antonelli, Solvi Stubing. Il film ha un buon ritmo; l'attenzione del regista si sposta da un "nucleo" ad un altro, ovviamente descrivendo eventuali interazioni tra essi. Il contesto è poco verosimile; qualora si verificasse un blocco del traffico di durata indefinita, gli automobilisti sarebbero comunque soccorsi, si avrebbero notizie su cause e tempi di soluzione del problema. Il regista ha voluto creare un'"incubatrice", un ambiente protetto nel quale collocare molti soggetti tipici della società del suo tempo per analizzarne pensieri ed interazioni; come già scritto, le conclusioni sono estremamente pessimistiche. Nonostante i toni siano quelli di una commedia grottesca, situazioni e tipi umani rappresentati sono tragici. Difficile ridere; in prossimità dell'epilogo, impossibile. Non c'è speranza, non c'è via d'uscita. Una vivida ed impietosa rappresentazione di un'Italia benestante, eppur disagiata, di fine anni '70.
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