Regia di Damiano Damiani vedi scheda film
Damiano Damiani porta in scena lo straordinario, omonimo romanzo di Leonardo Sciascia, e lo fa con incredibile maestria, senza cioè far venir meno quella narrativa così ricca di stratificazioni e sfumature. Ottimi gli interpreti. VOTO: 9
Difficile stabilire dove, come e quando ebbe inizio l'interesse antropologico di Damiano Damiani per Sicilia e mafia, ma è un fatto innegabile che nel corso di una carriera durata quattro decadi buona parte dei suoi film sono stati ambientati proprio in Trinacria e hanno affondato le proprie radici nei concetti di mafia e omertà. All'interno di tale 'specializzazione', “Il giorno della civetta” resta però due spanne al di sopra di tutti gli altri che ebbe a realizzare negli anni seguenti. Parliamo di un'opera profondamente innovativa, quasi rivoluzionaria per l'anno 1967, nella quale il regista friulano riesce a portare in scena lo straordinario omonimo romanzo di Leonardo Sciascia senza che tale passaggio da carta a celluloide faccia venir meno quella narrativa tanto stratificata e ricca di sfumatare da cui nasceva. Damiani si concentra qui su macchinazioni politiche e connivenze più o meno silenziose, lasciando invece volontariamente fuori ogni forma di azione. Detto in altre parole: il contrario di ciò che andrà poi progressivamente accadendo al genere poliziesco italiano nel decennio successivo. Per quel che riguarda gli interpreti, magistrale ma ben misurato Franco Nero nei panni del capitano Bellodi, bravissima e impossibilmente bella Claudia Cardinale come Rosa Nicolosi, ma non meno intensa risulta la prova offerta da Lee J. Cobb come Don Mariano Arena. Da rimarcare come alla sua uscita nei cinema il film venne vietato ai minori di 18 anni, cosa decisamente sospetta trattandosi di un film senza nudità né violenza esplicita. La vera motivazione resterà quindi sempre un mistero, ma dovendo a tutti i costi rischiare il mio euro, punterei sulla casella 'film poco gradito a qualche potente'!
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