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La tomba delle lucciole

Regia di Isao Takahata vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su La tomba delle lucciole

di AndreaVenuti
10 stelle

Una tomba per le lucciole è un film scritto e diretto da Isao Takahata (Produzione: Studio Ghibli) del 1988, tratto dal racconto autobiografico di Akiyuki Nosaka.

 

Sinossi: 1945, Kobe, Seita e la sua sorellina Setsuko a seguito di un borbardamento restano orfani; inizialmente si trasferiscono da una zia sempre a Kobe mai rapporti con lei non sono idilliaci e la loro permanenza dura poco, troveranno rifugio fuori dalla città.....

locandina

La tomba delle lucciole (1988): locandina

Il 1988 è un anno fondamentale per l'animazione Giapponese; oltre al film di Takahata nello stesso anno uscirono Il mio vicino Totoro di Miyazaki (sempre Ghibli) e Akira di K. Otomo, tre film che cambiarono per sempre l'animazione giapponese e non solo.

 

Il film di Takahata presenta subito un incipit sconvolgente ed unico nel panorama animato; l'opera si apre con la voce fuori campo del giovane Seita che comunica subito allo spettatore che la sera del 21 Settembre del 1945 morirà nell'atrio della stazione ferroviaria di Kobe sotto l'indifferenza più totale dei vari giapponesi, che guardano quasi con disgusto il giovanissimo.

 

Una tomba per le lucciole è uno dei pochi film d'animazione a focalizzarsi esclusivamente sulla guerra vista dagli occhi di due bambini e l'obiettivo primario del regista [che da ragazzino durante i bombardamenti ha vissuto un'esperienza simile restando da solo, per alcuni giorni ,con la sorellina; il regista la definisce come la peggior esperienza della sua vita] è riportare alla luce l'orrore dell'alienzione umana e la crudeltà della guerra.

scena

La tomba delle lucciole (1988): scena

L'operazione più complessa del regista è stata quella di realizzare un film per lunghi tratti struggente, un vero e proprio film animato neo-realista [la citta rasa al suolo dai bombardamenti oppure Seita costretto a bruciare il cadevere della sorellina sono immagini tremende, un pugno durissimo nello stomaco, immagini impossibili da dimenticare], il tutto però alternato e amalgamato splendidamente con diverse sequenze diametralmente opposte dove il regista ci mostra l'innocenza di due ragazzini che pur vivendo in condizione miserabili (non per colpa loro ovviamente) riescono ancora a sorridere, giocare e pensare al futuro.

scena

La tomba delle lucciole (1988): scena

Un altro elemento rivoluzionario del film è la rappresentatazione dei due protagonisti; tendezialmente un regista di anime che si focalizza su ragazzini, li ritrare come dei bimbi intraprendenti e completamente indipendenti dal controllo genitoriale, Takahata invece li rappresenta come normalissimi bambini, certo Seita è molto sveglio e premuroso nei confronti della piccola setsuko ma è pur sempre un bambino e nulla può di fronte all'orrore della guerra, ritraendolo quindi passivo ed impotente.

Questa scelta all'epoca fu molto criticata in Giappone, ma dopo tutto quando si osa così tanto difficilmente si viene elogiati (vi ricordate Quarto Potere di Welles ?).

scena

La tomba delle lucciole (1988): scena

Una tomba per le lucciole come sottolineato da Kristina Kazakeviciute in Mazinga Nostalgia, Tomo II (Marco Pellitteri) è «una tomba per la memoria per coloro le cui vite sono sbiadite, sfumate, durante la Seconda guerra mondiale».

 

L'opera di Takahata è un film per adulti che tuttavia deve essere visto obbligatoriamente da tutti per non dimenticare fino a che punto può arrivare la bestialità umana.

 

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