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Chicken Little - Amici per le penne

Regia di Mark Dindal vedi scheda film

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La recensione su Chicken Little - Amici per le penne

di giancarlo visitilli
4 stelle

Con come cominciare il racconto della sua storia ha inizio l’avventura di Chicken Little, primo lungometraggio integralmente in computer grafica 3D targato Disney. In tempi in cui i polli e il loro frutto sono oggetto di attenzione e di abominio da parte di tutto il mondo, il simpatico personaggio di questo film d’animazione fa di tutto pur di (ri)farci acquisire fiducia e senso di tenerezza nei suoi confronti. Ma neanche in questo ci riesce fino in fondo.
Il film comincia con un flashback, ad un anno dallo sfortunato incidente in cui Chicken Little aveva diffuso il panico nel villaggio di Querce Ghiandose, dichiarando che il mondo sarebbe stato distrutto dalla caduta di una gigantesca ghianda, il coraggioso polletto entra a far parte della squadra locale di baseball, con l’intento di recuperare il rispetto da parte di tutti e soprattutto di suo padre, Peppe Gallo. Chicken Little riuscirà a condurre la sua squadra ad una insperata vittoria e a diventare improvvisamente l’eroe della città; tuttavia, non fa in tempo a riabilitare la sua immagine che qualcosa gli cade nuovamente sulla testa. Questa volta, però, il cielo sta cadendo davvero. Temendo di essere ancora una volta considerato pazzo, Chicken Little non vuole rivelare l’accaduto. Avvalendosi quindi dell’aiuto dei suoi amici più fidati, Aldo Cotechino, Alba Papera e Pesce Fuor d’Acqua, si impegna a salvare la situazione senza gettare l’intero villaggio nel panico.
Chicken Little potremmo tranquillamente considerarlo il prototipo film d’animazione che, in parte racconta la paura e il senso di terrore che il mondo vive dopo l’11 settembre. Quindi, come non bastassero tutti i film di genere, i romanzi, le fiction, ecc., su tale argomento, adesso si è aggiunta anche l’animazione.
Tuttavia, non solo per questo Chicken Little non è un film esaltante, lo è di meno sia a riguardo dell’animazione, ma ancor di più per una sceneggiatura non particolarmente originale, che caratterizzano l’intera opera a tratti noiosa. Da un punto di vista della regia, Mark Dindall sembra lui stesso divenuto “un pollo”: si ha l’impressione che non conosca le potenzialità del mezzo a sua disposizione, visto che evita le ormai strausate rotazioni e carrellate, limitandosi ad un abuso di inquadrature fisse e zoomate egocentriche.
Eppure, ormai ci siamo abituati non poco ad un nuovo genere di film d’animazione (Hayao Miyazaki su tutti), ma spesso questo risulta essere uno svantaggio per chi produce tali operazioni, che preferisce inebetire i piccoli, piuttosto che farli riflettere, seppure in compagnia di “piccoli adulti”.
Di Chicken Little non si possono dimenticare le tante citazioni: da La guerra dei mondi, E.T., a Signs e Independence Day, passando anche per King Kong, I predatori dell’Arca perduta, ma che utilizzati per affrontare temi quali la paternità, l’amicizia e la fiducia, rischiano di far avvertire tutto il sapore del cavolo a merenda.
Né potrà essere rammendato nella storia del cinema solo a causa del doppiaggio di Walter Veltroni, che presta la sua voce al Sindaco di Querce Ghiandole. Speriamo che anche in tal senso questa scelta sia la prima e che resti unica: ad ognuno il suo mestiere, altrimenti, fra un po’ anche qualche cavaliere lo si farà doppiare ad altri…
Giancarlo Visitilli



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