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Harry Potter e il Calice di Fuoco

Regia di Mike Newell vedi scheda film

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La recensione su Harry Potter e il Calice di Fuoco

di scandoniano
8 stelle

Ancora un anno a Hogwarts per Harry Potter, diventato adolescente (con l’attore Radcliffe che ormai fa fatica a nascondere la sua quasi maggiore età). Tutti sono cresciuti: Hermione è ormai una ragazza a tutti gli effetti, Ron mostra un fisico asciutto da adolescente, Harry quasi non entra più dentro i suoi occhialini. Tutti sono cambiati e, chi più chi meno, tutti sentono i primi spasmi d’amore. Lo si capisce dagli sguardi, i risolini, le occhiatine di ragazzi a ragazze, ma soprattutto delle ragazze verso Harry Potter. Il regista Mike Newell, il terzo della serie dopo Columbus e Cuaròn, approfitta dello stile molto meno bacchettone del quarto episodio della saga letteraria, dell’età comunemente definita “critica” del gruppo di maghi protagonisti e soprattutto della trama, che prevede un meeting tra comunità diverse di maghi e streghe in occasione del “Triwizard”, praticamente un campionato mondiale della magia, per sottolineare alcune peculiarità mai viste prima nei film di Potter. Per la prima volta si vede Harry guardare con occhi non più fanciulleschi, ma adulti una sua compagna, Ron che s’invaghisce di una coetanea francese e Hermione splendidamente aderente nel suo vestito da ballo; le inquadrature sottolineano gli sguardi delle ragazze per Harry o per il campione bulgaro e Newell ci mette del suo con una soggettiva di Harry sui fondoschiena delle ragazzine francesi. La componente da pruriginosamente erotica si fa addirittura smaccatamente sessuale nel rapporto tra Rubeus Hagrid (Robbie Coltrane) e una professoressa dell’istituto per streghe francese.
Sono componenti nuove che l’ottimo Newell riesce ad esaltare con grande efficacia, lasciando capire che insieme a Radcliffe, Grint e la Watson, è cresciuta anche la saga cinematografica di Potter, capace di diventare da avventura quasi fiabesca del primo episodio, a complesso fantasy sempre più per tutte le età. E che la pellicola sia cresciuta lo testimonia anche l’ennesima adesione attoriale di un certo spessore (dopo Kenneth Branagh e Gary Oldman, nel quarto episodio c’è Ralph Fiennes a interpretare nella fattispecie nientemeno che Lord Voldemort in persona).

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