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L'ignoto spazio profondo

Regia di Werner Herzog vedi scheda film

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alfatocoferolo

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La recensione su L'ignoto spazio profondo

di alfatocoferolo
10 stelle

E' una coincidenza che l'abbia visto proprio dopo Ed Wood del quale, per parola dei tecnici di film.tv, qui si possono ritrovare alcuni richiami? Poco importa perché dal regista maestro di B-Movie, Herzog prende le distanze in maniera decisa; regalando un'opera di assoluta originalità. Ammetto, mesto, che certe parti mi hanno annoiato non poco; le incursioni nella navetta spaziale spesso indugiano troppo a lungo (per le mie palpebre) nei dettagli ed il sottofondo di canti sardi non aiuta certo a tenere viva l'attenzione; però è una scelta deliberata e chiara e non si può discuterla più di tanto. Occorre accettarla così, come un colpo da maestro di cui apprezzare la bellezza pur senza comprendere gli intenti. Dove però il film assume la sua carica più forte è nei dialoghi estremamente intensi e dai forti risvolti psicologici e filosofici, ben incastonati all'interno di una trama che ne stabilisce i confini contestuali. Non parliamo di dialoghi astrusi ed incomprensibili ma di una sorta di racconto riguardo all'animo umano, attraverso gli occhi di un alieno disilluso ed amareggiato. Le sventure dell'uomo sono iniziate quando esso ha smesso di viaggare, di essere nomade. Quando, in buona sostanza, ha iniziato ad allevare maiali. Perché allevare cani è funzionale alla caccia, non implica l'abbandono della vita errante ma i maiali no, quelli li alleva chi è sedentario. E' un'immagine che va oltre i suoi significati più stretti e diventa metafora del viaggio alieno, del viaggio dell'uomo e persino del suo tentativo di sfuggire alle insidie del suo pianeta, cercando altrove un luogo di ritrovo. Un'altra meta dove sedimentare e crescere. Viaggio e stasi, passaggi di un mantra infinito che segna la natura umana oltre che la sua dannazione. Ma non è tutto qui, Herzog non si limita a fare buona filosofia ma tocca anche temi scientifici molto complessi con semplicità e con il piglio narrante dei migliori divulgatori. Ciò che ne risulta è davvero un'opera sperimentale, una raccolta di immagini meravigliose (certe fotografie sono a dir poco stupende), di indugi riflessivi, di nozioni scientifiche, di reperti fotografici d'archivio ma non è Ed Wood perché Herzog sa armonizzare il tutto, creando un'opera armonica e di indiscutibile impatto artistico. Piaccia o non piaccia, annoi o meno, questo film è un'opera d'arte ed in quanto tale lo consiglio a tutti, cinefili e non, perché tutti vi possono ritrovare parte di se stessi. Voto: 9/9,5.

Sulla colonna sonora

Spiazzante.

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