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The Big White

Regia di Mark Mylod vedi scheda film

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La recensione su The Big White

di michemar
7 stelle

A volte il titolo del film è così efficace che basta leggerlo o pronunciarlo che ci si ritrova catapultati nella storia che ci si accinge a vedere e in seguito basterà ritrovarsi davanti la scritta che ci si ricorda immediatamente dell’atmosfera e della trama. Succede a questo film, tanto è abbagliante il ghiaccio e la neve dell’Alaska, neve dappertutto, neve per le strade, fuori di casa, nei cassonetti, sulle macchine, che tra l’altro non si fermano mai. Mica siamo nelle metropoli italiane!

 

In questo scenario quasi lunare, ovattato dalla natura, si dipana una storia sghimbescia e stralunata con alcuni personaggi ancora più strampalati e assurdi della storia stessa. Lo spunto è un’agenzia di viaggi mezza fallita il cui titolare, Paul Barnell, deve trovare il sistema per raddrizzare i conti per non dichiarare bancarotta e crede di poter risolvere la situazione con uno strattagemma che a lui sembra geniale, ma che a Ted, il funzionario della società assicurativa che dovrebbe sborsare il pagamento della polizza su cui conta Barnell, puzza tanto di truffa. La vicenda e i personaggi possono ricordare facilmente il mitico Fargo dei Coen, ma non è proprio il caso di parlare di similitudine oltre questi elementi che accostano i due film. Il regista Mark Mylod – che più che altro lavora per la TV - non è nuovo a questi tipi di vicende bizzarre: basti ricordare che gli altri due lungometraggi sono (S)ex list e Ali G, quest’ultimo con Sacha Baron Cohen, quindi in perfetta coerenza con la sua filosofia cinematografica.

 

Oltre ad essere veramente divertente e continuamente spiazzante, il film è esaltato prima di tutto dalla coppia esplosiva formata da Robin Williams e Holly Hunter i cui duetti sono un vero spettacolo di recitazione, a volte sicuramente sorprendenti anche per lo stesso regista. Essi danno sfogo alla loro ves comica con scene esilaranti piene di mimica e battute surreali. Basterà guardare l’inizio del video per rendersene conto.

 

 

 

 

A mio parere è un film sottostimato e quindi poco conosciuto, anche perché oltre alla coppia suddetta girano altri personaggi simpatici ben interpretati, a cominciare da un sorprendente Giovanni Ribisi – truccato bianco come tutto lo sfondo scenografico - che qui trova lo spazio per esprimere tutto il suo potenziale brillante e apparentemente demenziale; sì, perché il suo Ted viene preso continuamente in giro dal suo superiore e dal collega più vicino, ma sono gli altri ad essere abbastanza fuori di testa. Ted è l’unico con la mente lucida e a vedere chiaro nella situazione traballante creata ad arte – poca in verità - da Barnell (Williams). Il regista Mylod secondo me è stato bravo nel dirigere l’orchestra, ma credo che il suo maggior pregio sia stato quello di lasciar andare il duo Williams-Hunter libero di esprimere gags piene di gesti ed espressioni a ripetizione. Davvero un film piacevole. E se non conoscete la “sindrome di Tourette”... fareste bene a godervi il film!

 

Il rammarico è solo che, mentre preparavo queste piccole annotazioni, Robin Williams decideva di privarci della sua immensa bravura e quel suo particolare e triste sorriso che lo caratterizzava adesso mi sembra più una smorfia di saluto che uno dei suoi lazzi. Ciao, caro, carissimo Robin…

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