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Hope Springs

Regia di Mark Herman vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su Hope Springs

di Paul Hackett
4 stelle

Lasciato dalla fidanzata e, di conseguenza, afflito da pene di amor perduto (peraltro inspiegabili, dal momento che la tizia è una vera megera), il pittore (ma è una parola grossa) inglese Colin decide di isolarsi in un paesino del New England (prevedibilmente immerso nel cartolinesco foliage autunnale) per distrarsi con il progetto di ritrarre gli abitanti del luogo in una serie di (invero agghiaccianti) ritratti a carboncino (dagli artisti di strada che stazionano presso Palazzo Vecchio a Firenze ne ho visti di molto migliori). Nella cittadina americana Colin incontra Mandy, uno schianto di ragazza (con le fattezze di Heather Graham... e ho detto tutto) che, dimostrando in tal modo l'esistenza di Dio meglio di qualsiasi pregnante riflessione teologica, gliel'ammolla quasi istantaneamente e, dal momento che Dio oltre ad esistere ci vuole anche bene, s'innamora perfino dello scostante "artista" (il virgolettato è d'obbligo). A questo punto qualsiasi eterosessuale con un minimo di raziocinio, rivolgerebbe alla propria ex il proverbiale gesto dell'ombrello e, debitamente ritiratosi in camera con la propria nuova fiamma, non si alzerebbe dal letto per svariati giorni se non per andare occasionalmente in bagno (col pitale si perderebbe parecchio romanticismo) e per sorbire zabaglioni ed integratori di sali minerali ad intervalli regolari, ma non Colin che, imperterrito, continuerà a menarsela (e purtroppo a menarcela) per tutto il resto del film con la virago che l'ha lasciato (che nel frattempo si rifà viva), fino al prevedibile ravvedimento, con happy ending di prammatica. Se non si è capito, "Hope springs" è una commediola romantica di una piattezza sconcertante, noiosa e scontata fin dal primo minuto, classico esempio di film terribilmente malriuscito nonostante un buon regista (il britannico Mark Herman, già autore dell'apprezzato "Grazie signora Tatcher" e dell'interessante "Little Voice"), un ottimo cast (Colin Firth, ai timidi esordi oltreoceano, un attimo prima di diventare una star, la bellissima Heather Graham e ancora Minnie Driver e Oliver Platt), una confezione elegante ed un soggetto, come apprendo dalle note di FilmTv, tratto da un romanzo di Charles Webb (l'autore de "Il laureato", mica l'ultimo arrivato). In definitiva due risicatissime stelle al film, cinque ad Heather Graham... ma questa è un'altra storia: voto molto mediocre.

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