Regia di Martin Campbell vedi scheda film
Uno dei tanti capitoli della vicenda della Volpe (il significato di Zorro in castigliano). Film biografico quello di Martin Campbell (suo il 21° agente 007, Casino Royale nel 2006) se non fosse che quella del mitico e irresistibile uomo nero con mantellone, mascherina, baffetto e sciabola è solo una leggenda, come lo stesso titolo è attento a ricordare. Zorro è un Robin Hood che non sa tirar di arco ma e formidabile spadaccino. La base del suo mito è la determinazione acrobatica con cui vuole azzerare le ingiustizie sociali. Sua è la vicinanza al popolo e l’esigenza di proteggerlo dalla prepotenza dei ricchi e potenti. E senza averne nulla in cambio, poi. Una benefica utopia. Indubbiamente tutto molto sfruttato nella storia del cinema, della letteratura e oltre. Ma senza dubbio tema carismatico, che poi in Zorro - favola western dalle mille versioni, per grandi e piccini - trova una delle più pregiate espressioni. Perché in fondo tutti noi vorremmo avere qualcuno che nei momenti bui della nostra vita arrivasse sciabola o arco in mano a toglierci dagli impicci col sorriso sulla faccia. The Legend of Zorro è una pellicola ad alti e bassi. Perché patisce un tantino l’incostanza recitativa del volenteroso Banderas. Che tuttavia regge affiancato da una diligente e fresca Catherine Zeta-Jones. Ben fatte le sequenze dei combattimenti, l’ambientazione e i costumi. Debole è la sceneggiatura che non riesce a regalare un episodio abbastanza sorprendente.
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