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The Skeleton Key

Regia di Iain Softley vedi scheda film

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La recensione su The Skeleton Key

di easyboy82
10 stelle

"The Skeleton Key" è un horror sovrannaturale di rara eleganza e fattura.

Innanzitutto c'è l'ambientazione, in un'antica villa sperduta nei bayoux della Louisiana, quei bayoux cuore della cultura cajun dove ancora oggi vivono alcuni discendenti francofoni degli acadiani, coloro che nel momento in cui la Francia, sconfitta nella guerra dei trent'anni, perdeva il Canada, anzichè restare sotto il giogo inglese preferirono la fuga a sud, in quella Louisiana alora ancora colonia francese. La protagonista ne incontrerà alcuni durante la sosta presso un'inquietante stazione di servizio, Ma la Louisiana è anche la cultura creolo-francese creatasi dalla commistione tra i coloni francesi e gli abitanti delle vicine Antille francesi, quella cultura intrisa di magiche credenze e superstizioni che hanno fuso l'hodoo (magia popolare statunitense un po' europea, un po 'africana, un po' indiana) con il voudou haitiano creando quel  peculiare "voudou di New Orleans" che si pone a metà strada tra i due.

E così c'è lo sfondo magico, parte fondamentale della storia, per una volta non costituito da stupidaggini di fantasia ma prendendo spunto da pratiche realmente esistenti: per chi come me conosce un po' di esoterismo e sa cosa sono l'hoodoo e il voodoo non può essere che un piacere vedere certe pratiche rappresentate per come realmente vengono praticate, o per reale credenza o per superstizione locale (la polvere di mattoni sull'uscio per tenere lontanto chi vuol farti del male, i "curio shops" colmi di bottiglietti e candele di ogni sorta e così via...): già solo il fatto che un personaggio di questo film si prenda la briga di spiegare sinteticamente (ma correttamente!) la differenza tra hoodoo e voudou è elemento che fa capire che chi ha lavorato a questo film "ha fatto le sue ricerche", e il risultato è uno sfondo credibile e affascinante.

Poi c'è la storia, che viene costruita pian piano con continui rovesciamenti di carte che esploderanno poi in quel magico (in tutti i sensi) twist finale che rimane sicuramente uno dei più belli e intriganti mai visti in un film di questo genere.

Bellissima fotografia, belle inquadrature, ottimo montaggio, ritmi perfetti a costruire interesse e tensione (checchè ne dica film.tv) e infine un ottimo cast: irresistibile la Rowland, ma brava anche la Hudson, tre spanne sopra la media degli attori che troviamo di solito in questo genere di pellicole. Particolarmente bella visivamente, per le tecniche di ripresa adottate,  la sequenza che ricrea la sfarzosa festa tenutasi in quella stessa villa nel 1920 e il suo tragico epilogo.

Buon successo al box office, "The Skeleton Key" è uno di quei rarissimi film horror che ti rivedi volentieri. Perchè si sa, l'horror è un po' un prodotto "one shot": una volta che sai dove ci sarà il sobbalzo sulla sedia o lo sbudellamento di turno, una seconda visione ti annoia. "The Skeleton Key" invece si lascia riguardare e riguardare ancora, perchè proprio piacevole in tutto il suo svolgimento privo di tempi morti. Anzi, una seconda visione è quasi d'obbligo, per giocare a cogliere tutto quello che nei dialoghi sembrava dire una cosa e invece voleva dirne un'altra.

Nel complesso un film "all'antica", dove senza spargere un filo di sangue né ricorrere a pacchiani effetti speciali, si riesce a raccontare una vicenda ricca di mistero e di fascino.

Su Kate Hudson

oh, ma che bella interpretazione! E vedere un'attrice che sa il fatto suo in un film di genere è cosa che fa sempre piacere.

Su Gena Rowlands

grande interpretazione

Su John Hurt

potrebbe sembrare un ruolo minore o facile, ma interpretare la parte di un uomo rimasto immobilizzato e incapace di parlare a causa di un ictus e riuscire a farlo in modo credibile per tutto il tempo in cui si è sullo schermo non è mica roba da poco. Bravo.

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