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Seven Swords

Regia di Tsui Hark vedi scheda film

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La recensione su Seven Swords

di FilmTv Rivista
8 stelle

Cina, 1600. Nuova dinastia al potere e nuove regole. Chi è sorpreso a praticare arti marziali viene passato per le armi, secondo modalità oltremodo crudeli. Le truppe di Vento di fuoco, ex generale trasformatosi in bounty killer, assediano un villaggio. In difesa del quale arrivano i magnifici sette,una setta di invincibili guerrieri. Tsui Hark torna al wuxiapian, sorta di ”eastern” che mescola linguaggio cinematografico moderno, riferimenti storici e stereotipi universali, gli stessi del western e del chambara giapponese. Seven Swords era attesissimo, perché il precedente wuxia di Tsui, The Blade, è una pietra miliare del genere così come la saga Once Upon a Time in China. Pur essendo al di sopra della media di qualunque film americano non diretto da Michael Mann, il film non raggiunge i livelli di un tempo, inutile girarci intorno. Colpa di una storia magmatica e di potenzialità sprecate. Ci sono personaggi bellissimi come la killer punk Koala o il numero tre delle sette spade, quello ”nato tra i lupi“, fatti fuori troppo presto o appena accennati. La verità è che nonostante i 144 minuti di durata la materia narrativa è tale da giustificare gli ipotetici sequel (cinque), peraltro non ancora confermati dal regista. Cinematograficamente parlando, va da sé, Seven Swords è assai potente. La concezione realistica e claustrofobica del wuxia secondo Tsui, tutta piani ravvicinati, polvere e acciaio, si distingue nettamente dalla visione new age di Hero, La tigre e il dragone e compagnia bella. Anzi, da un punto di vista estetico qui paiono coniugarsi la ieraticità dell’iconografia samurai, la solita coreografia sovrannaturale degli spadaccini cinesi e la rude concretezza di un immaginario meno raffinato e più barbaro. A metà strada tra Gengis Khan e i vichinghi. Il risultato è epico e crudele, più in sintonia con le esigenze di identificazione del pubblico di oggi, come conferma lo straordinario successo del film in Asia. Chi pensava non fosse più tempo di eroi dovrà ricredersi.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 36 del 2005

Autore: Mauro Gervasini

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