Espandi menu
cerca
La sposa cadavere

Regia di Tim Burton, Mike Johnson vedi scheda film

Recensioni

L'autore

giancarlo visitilli

giancarlo visitilli

Iscritto dal 5 ottobre 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 19
  • Post 2
  • Recensioni 452
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su La sposa cadavere

di giancarlo visitilli
8 stelle

La sposa cadavere e La fabbrica di cioccolato sono le ultime due creature di un regista, Tim Burton, geniale e straordinariamente fuori dagli schemi, anche in termini produttivi, visto che entrambi i film sono contemporaneamente nelle sale di tutto il mondo.
Quest’ultimo film di animazione è forse il primo nel suo genere: trattandosi di animazione per bambini nessuno si aspetta un gothic-animation, affollato di scheletri che non si risparmiano riflessioni sulla vita, ma altrettante sulla morte.
La bellissima storia, traendo lo spunto da una leggenda russa, vede protagonisti Victor e Victoria, promessi sposi che non si sono mai conosciuti. La famiglia del ragazzo, Nell e William Van Dort, sono ricchi imprenditori di pesce e, da sempre, sognano di fare ingresso nella buona società. I genitori di lei, gli aristocratici Everglot, seppur disgustati da cotanta unione, sono costretti ad accettarla per motivi puramente economici. Durante le prove della cerimonia, il timido Victor non riesce ad imparare la formula di rito e, imbarazzato, si rifugia nella foresta che circonda il villaggio. Ripetendo correttamente ad alta voce le parole della formula, posa delicatamente l’anello nuziale su una radice che, in realtà, è il dito scarnificato di una sposa cadavere. Da quel momento in poi, Victor si ritroverà con una moglie defunta, intrappolato tra il Regno dei Vivi e quello dei Morti.
La tecnica di animazione utilizzata è quella dello stop-motion, solo in alcuni passaggi coadiuvata dalla moderna ed imperante modellazione in 3d. Il forte impatto visionario, tipicamente burtoniano, si combina con il romanticismo e il macabro mondo dei tanti “morti viventi”, incantando lo spettatore e dandogli l’idea di come in realtà il Regno dei Morti sia più vitale rispetto all’altro dei Vivi.
Già con The Nightmare Before Christmas, l’eclettico regista si era addentrato negli stessi spettrali meandri. In La sposa cadavere c’è molto di più: alla bellissima animazione espressiva dei personaggi-marionette, buffi e teneri, Burton affida il compito di evocare emozione e commozione, notevolmente sminuite a causa del doppiaggio italiano, che ci priva tra l’altro della straordinaria maestria dell’attore che ormai fa coppia fissa con Burton, Johnny Depp, ma anche di Emily Watson e Helena Bonham Carter.
Tuttavia, la forza evocativa delle immagini, che sin dall’inizio, a volo di farfalla, ci trasportano oltre il grigiore del mondo reale, ci fanno scendere e addentrare al “piano di sotto”, abitato da un universo in cui scheletri e zombi, teste mozzate e sapienti vermi, che albergano nei cadaveri, si prendono gioco degli uomini, anche da morti, consapevoli essi stessi di far parte di un universo ai vivi sconosciuto e per i quali si festeggia in occasione di ogni “nuovo arrivo dal piano di sopra”.
A sostegno della creazione dell’immaginario burtoniano, ancora una volta l’encomiabile commento sonoro del fido compagno Danny Elfman, che riesce ad emozionarci il più delle volte senza che i personaggi parlino, semplicemente a suon di musica. Deliziosa la torta nuziale con i teschi di glassa, geniali i tavoli da biliardo a forma di bara, segno e diretta testimonianza della Vita che passa attraverso la Morte. Presagio di un aldilà che, se fosse davvero così, si spiegherebbe l’affermazione del più saggio tra i cadaveri: “tutti quelli che stanno di sopra non vedono l’ora di arrivare quaggiù”. Senza alcun rimpianto per il paradiso…
Giancarlo Visitilli

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati