Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
Un film che dà il Brivido, e non è una battuta, qui Rossellini, nel periodo dei suoi istant-movies, dà luce ad un’idea fulminante per un capolavoro che il cinema mondiale ci riconosce e che basta vedere per accertarsene. Una storia, che con le premesse della voce fuori campo che ci dice del modo in cui tedeschi si attacchino alla vita, che è frutto di una stanchezza non solo fisiologica, l’arrampicarsi attraverso la miseria non solo materiale, di una storia difficile a sostenere, perché dà nessuno condivisa. Quindi una solitudine morale e dell’anima che non risparmia nessuno, nemmeno l’infanzia. Il regista sceglie la chiave delicatissima di raccontare un tracciato di questa infanzia in maniera realistica, realismo delegato al paesaggio di una Berlino reggia di macerie e di cittadini che vivono di stenti reali le loro condizioni di sopravvivenza spicciola. Il bambino rappresenta la lealtà verso gli altri, ed in primo alla famiglia, che si scontra contro un mondo durissimo e che ogni momento gli insegna qualcosa, fino a cambiarlo radicalmente e distruggere per sempre, la sua determinazione all’altruismo verso il suo nucleo, e la sua voglia di vivere. Film-Tv ha trovato l’aggettivo giusto: Insostenibile, ed è la sensazione reale che avviene alla fine del film, che pur con qualche traccia di didascalismo, a cui il grande regista difficilmente ha rinunciato negli anni, rimane immersa nel cuore, perché la visione del film non sarà mai una visione qualsiasi; per me ci sono due film che mi hanno preso per Insostenibilità e sono questo ed Umberto D., che amo in maniera particolare, ma che devo sempre dosare nella visione, perché l’aggettivo che ho menzionato non mi dà la forza, alle volte, per assistere alle loro rappresentazioni in maniera “godibile”. Il regista dedicò il film al figlio Romano scomparso a nove anni due anni prima
una storia che graffia l'anima
un Rossellini inarrivabile alla fine della sua trilogia
un volto che rimarrà nella storia del cinema
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