Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
La Germania è al suo anno 0 dopo la catastrofe nazista. La società è al suo anno 0 così come le persone e le loro esistenze. Rossellini ci porta tra le macerie tedesche e dentro le macerie che gli individui portano nel proprio spirito, e riversano fuori nella propria vita quotidina. Tutto viene narrato attraverso le azioni di Edmund e del suo microcosmo. Rossellini procede con uno sguardo in apparenza distaccato, ma con un occhio compassionevole verso il piccolo ragazzino senza però mai scadere in facili e retorici pietismi, anzi. Le persone più che vivere sovravvivono. Ognuna possiede un proprio grado di dignità e la legge darwiniana del più forte sembra l'unica possibile. E' davvero così? Forse no.
Il vagare per le strade, l'utilizzo della figura del bambino come protagonista, lo sguardo (neo)realista su un mondo squarciato dalla guerra e l'utilizzo di attori non professionisti, sono caratteristiche tipiche del Neorealismo italiano. Quest'opera però, come "Roma citta aperta" o "Sciuscià" e "Ladri di biciclette", rappresenta un patrimonio che va al di là delle etichette di genere, del cinema stesso. E' patrimonio dell'umanità stessa.
Capolavoro di tutti i tempi ed esempio di cinema puro senza giochetti stilistico/visionari miranti ad impresionare lo spettatore più ingenuo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta