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Specchio magico

Regia di Manoel de Oliveira vedi scheda film

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La recensione su Specchio magico

di mm40
6 stelle

Luciano, in cerca di lavoro dopo un'esperienza in carcere, viene assunto come tuttofare dalla ricca e bizzarra Alfreda. Quest'ultima ha avuto dalla vita tutto ciò che voleva, tranne una cosa, ovviamente irrealizzabile con il denaro: un'apparizione della Madonna. Luciano cerca di organizzarne una ad hoc, con un'attrice naturalmente.

 

Lo specchio di per sè è immagine di memoria, di sguardo retrospettivo e di 'riflessione' tout court; quello 'magico' citato qui è il momento supremo, quello in cui la vita si spegne e si ritorna con i ricordi alla nascita, come per magia, per annullarsi in essa. Il fatto che Manoel De Oliveira vada per i 97 anni quando gira questa pellicola può essere d'aiuto per capire meglio tanta curiosità verso la morte, eppure a ben guardare il Maestro aveva ancora davanti a sè un decennio pieno da trascorrere, in lucidità mentale e in attività. Specchio magico è effettivamente una commedia, cosa abbastanza strana per De Oliveira, che scrive la sceneggiatura partendo da un romanzo di Agustina Bessa-Luis, fra le penne da lui più 'saccheggiate' (La valle del peccato, Party, Il principio dell'incertezza - legato a doppio filo con quest'opera); ma come si sarà già intuito è una commedia macabra, se non addirittura funerea, nella quale la trama è perennemente offuscata dalle nubi di una tragedia che, puntualmente, si verificherà nei minuti finali del film. La ricchezza vista senza sensi di colpa e in ogni caso espiata tramite la carità cristiana; la leggerezza del vivere in grazia di Dio e l'inquietudine derivante dal non riceverne un solo, singolo segno concreto a fronte di un'esistenza a Lui interamente dedicata (meglio ancora: a Lei, perchè la protagonista qui è fissata con la Vergine Maria); la purezza d'animo che sconfina nella follia, l'impossibilità di controllare o anche solo contrastare le beffe del destino: Specchio magico è un film non tanto religioso di per sè, ma che indaga con la tipica curiosità di De Oliveira - pronto ad accettare tutto, a credere ciecamente a qualsiasi teoria - attorno al fenomeno religioso della visione mistica. Ma la visione dell'invisibile per eccellenza (il divino) , la manifestazione di ciò che non può manifestarsi in alcun modo è semplicemente proiettare lo sguardo all'interno di uno 'specchio magico' nel quale il cerchio (della vita) si chiude. Pacificamente. Centotrenta minuti di durata a ritmo blando, ma non quanto altre pellicole coeve di De Oliveira; scene allestite sontuosamente, inquadrature pittoriche, recitazione distaccata con dialoghi spesso fortemente retorici. Uno degli ultimi lungometraggi per il regista portoghese e anche una delle sue opere più ostiche, più profonde a dispetto di un'apparenza superficiale lineare e perfino leggera (il ruolo della 'sosia della Vergine' dà vita a una gag che non appartiene alla sua consueta poetica); cast come sempre impeccabile, con interpreti del calibro di Leonor Silveira, Ricardo Trepa, Luis Miguel Cintra, Marisa Paredes, Michel Piccoli in una comparsata di pochi secondi in tutto. 6/10.

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